Politica
L'invidia per la rapidità del sistema giudiziario americano
Sui dazi i giudici statunitensi decidono, ricevono ricorso e deliberano di nuovo nel giro di 24 ore. In Italia ci sarebbero voluti mesi e mesi

Donald Trump
L'invidia per la rapidità del sistema giudiziario americano
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Breve riepilogo: i giudici della Corte del Commercio Internazionale "bocciano" i dazi di Trump. L'opposizione al presidente esulta, le forze democratiche nel mondo gioiscono. L'amministrazione americana fa ricorso d'urgenza. Nel giro di una manciata di ore la Corte d'Appello ha deciso di lasciarli in vigore. Ovviamente la notizia potrebbe essere l'incertezza sui mercati, Wall Street perplessa eccetera eccetera.
Negli Usa hanno deciso in 24 ore, in Italia ci sarebbero voluti mesi
C'è però da chiedersi che cosa sarebbe successo se l'intera vicenda fosse avvenuta in Italia. La risposta ce l'abbiamo nella storia dei migranti. La magistratura avrebbe aperto un'inchiesta, tutto si sarebbe fermato in attesa di una prima sentenza che sarebbe arrivata dopo mesi. Il governo avrebbe reagito a quella sentenza, innescando un ricorso, sul quale un giudice avrebbe deliberato dopo un altro bel po' di mesi. Morale della storia: negli Stati Uniti, che piaccia o no, sono arrivati a una decisione e a un appello nel giro di 24 ore. Da noi saremmo stati in balia della decisione dei giudici, che deve essere ponderata e bla bla bla bla, per mesi e mesi.
Garlasco, esempio di una vicenda che non finisce mai
La stasi e l'incertezza. Sono letteralmente migliaia i casi, nella storia d'Italia, che iniziano in un modo e poi non finiscono mai. Sono come i grandi amori, che fanno giri immensi e poi tornano. Un esempio è Garlasco, che è primo nelle ricerche sul web: ritorno di fiamma. Se poi c'è gente nel tritacarne, un Paese immobile o l'attesa di una sentenza, è del tutto irrilevante: dove sta la garanzia della libertà (e pure della governabilità, a tutti i livelli) in questa nostra povera Italia? Invidia per i giudici americani che in 24 ore danno una sentenza...