Politica
La Raggi affonda Roma mentre i suoi "oppositori" interni se la godono

Marcello De Vito osserva e tace
La vicenda Raggi è esemplificativa di come i Cinque Stelle recitino la commedia dell’arte: garantisti con lei giustizialisti con tutti gli altri.
Rinviata a giudizio per falso si consola con l’archiviazione di abuso d’ufficio, come se si trattasse di un merito.
Siamo quindi all’assurdo a cui ci ha condotto l’incredibile governo della Raggi che mai si era visto in precedenza. Quando i Cinque Stelle erano all’opposizione fecero fuoco e fiamme contro l’allora sindaco Marino, ora sono diventati improvvisamente ipergarantisti.
La vicenda giudiziaria non deve però far dimenticare la sostanza che c’è dietro: Roma è una città ridotta allo stremo: buche ovunque, vegetazione da libro di Salgari infestata da cinghiali e serpenti, acqua a rischio perché in un anno e mezzo non ha fatto niente per i prelievi dal lago di Bracciano, rifiuti ovunque, trasporti bloccati e sgangherati, anarchia dilagante.
Nel frattempo, chi fa parte di altre aree non allineate alla Raggi tace furbamente perché gode di vederla rosolare a fuoco lento; opposizione che fa capo alla deputata Roberta Lombardi e che ha il suo braccio operativo nel presidente della Assemblea capitolina, Marcello De Vito la cui moglie/compagna è stata nominata assessore nel III Municipio, alla faccia dei proclami del Movimento contro la “vecchia politica” familista.
La Raggi saputo della sua possibilità di essere candidata alla Regione Lazio l’ha definita “una delle tante” mentre la Lombardi fece un esposto contro Raffaele Marra, allora “uomo della Raggi”.
Dunque è ora di accendere i riflettori anche su chi, all’interno del M5S, poteva fare qualcosa e ha invece finora riscosso i dividendi politici, aspettando magari la caduta della sindaca per approfittarne.