La Santanché stronca i maschi del Pdl
"Ognuno ha il suo carattere, non sono guerre queste. E noi non siamo in caserma. Ci possono essere visioni diverse e scambi vivaci, anche se educati. La politica è ancora molto maschia e ci sono molti maschietti da noi. Per i maschi le donne rompono, perché sono più dirette e meno inclini ai compromessi. Tutto qui. Ho avuto degli screzi, ma voglio bene a tutti». Sono parole di Daniela Santanchè, che qualcuno chiama “Pitonessa”, in un’intervista a “Chi” in edicola domani, mercoledì 28 agosto, l’ultima rilasciata prima che Berlusconi decidesse di “stoppare” dichiarazioni e interviste dei suoi più vicini collaboratori, tra i quali la Santanchè è forse quella che nel partito interpreta più fedelmente il ruolo del “falco”.
"Non è così. Vogliono fare fuori Berlusconi dalla politica e noi siamo tutti uniti per evitarlo. Non possiamo fare venir meno la democrazia. Per una sentenza solo politica", dice l’esponente del Pdl, che aggiunge: «La verità è che noi abbiamo le idee molto chiare: il tempo è finito. Abbiamo dato anche troppo spazio ai carnefici di Berlusconi. Ora basta. Noi siamo uniti. Se il governo cadrà, andremo alle elezioni. Berlusconi farà campagna elettorale e vincerà sicuramente. I problemi, semmai, ce li ha il Pd. Dove ognuno parla per se stesso e non c’è una linea univoca, né un leader vero. Ci sono Letta, Renzi, Cuperlo, Epifani… E poi?». Infine una domanda su quale sia il Paese in cui la Santanchè vorrebbe vivere. «L’Italia, ovviamente», risponde. «In un Paese dove non sia però la magistratura a decidere se è il caso di chiudere un’azienda o di escludere dalla politica chi lavora per la libertà. Non voglio vivere in un Paese dove la magistratura libera un pedofilo che ha perseguitato una bambina e gli permette di vivere vicino a casa sua… Penso che la riforma della giustizia sia una priorità assoluta insieme con quella del lavoro per i giovani. Le aziende non crescono, dove non c’è certezza della pena».