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Politica

Adesso sono diventate la panacea di tutti i mali. Adesso la sinistra del Pd e il NCD sembrano non poterne fare a meno. Quando solo pochi mesi fa, solo per fare qualche esempio, Finocchiaro e Bersani mettevano in guardia dalle preferenze mente il Pdl, di cui Alfano faceva parte, assicurava che le liste bloccate erano garanzia di trasparenza e risparmio. Se fossero loro, davvero, il problema dell'italicum basterebbe istituire le primarie e così la scelta degli eletti tornerebbe agli elettori. Le preferenze non esistono negli altri Paesi, sono scelte solo dal 14% degli elettori al Nord, fanno spendere un sacco di soldi e sono a rischio di clientele. Smettiamo di dire che ruota tutto intorno a loro. C'è dell'altro, molto altro, nascosto dietro la foglia di fico delle preferenze. C'è un problema grosso come una casa dietro il modello Renzi-Berlusconi e c'è una lotta di potere che va oltre la legge elettorale.

Cominciamo dall'italicum. Grazie anche alle osservazioni del sondaggista Alessandro Amadori e dell'on. Andrea Mazziotti, emerge un quadro assurdo. La coalizione che raggiunge il 35% vince le elezioni. Bene. Immaginiamo che la vincitrice sia composta da FI al 25, Lega al 4, FdI al 3, NCD al 4. Risultato: FI va al 53% mentre gli altri tre partiti, che hanno contribuito a farla vincere, non arrivano neanche in Parlamento! Paradossale. Ma realistico. La simulazione ci mostra il vero vulnus della legge elettorale. La scarsissima rappresentatività e l'obbiettivo, scientifico, di far fuori i piccoli partiti. Gli altri partiti. Ora, considerando che tra le motivazioni della Consulta che ha bocciato il porcellum c'era proprio l'importanza di tener fede alla rappresentatività, la legge é probabilmente incostituzionale. Oltre che insensata. Una norma che prevede che un partito con il 25% possa raggiungere il 53 é pazzesca. Tanto valeva fare il sistema spagnolo puro e premiare il partito più grosso. Perché così sono destinati a sopravvivere in tre: Pd, FI e M5S. D'altra parte, il modello bipartitico era già stato tentato da Veltroni per poi fallire ancor prima di nascere. Ecco perché non capisco tutto questo rumore intorno alle preferenze quando l'assurdo é la soglia per vincere e quelle di sbarramento. Per non parlare del vincolo di mandato. Se non si modifica la costituzione che lascia libero il parlamentare di modificare la sua casacca in corso di legislatura, la possibilità che i governi siano sotto ricatto di maggioranze variabili resta comunque. A discapito della governabilità.

Il problema é che la legge elettorale nasconde ben altro. Le minoranza del Pd e il NCD temono di scomparire e strepitano per garantire la loro sopravvivenza. Idem il presidente del Consiglio che, invece di giocare a Risiko col segretario, dovrebbe occuparsi di lavoro e cuneo fiscale. Mi fa quasi tenerezza, Enrico Letta, quando chiede, ora, la legge sul conflitto di interessi. Questo é un governo di pseudo-emergenza nato per fare poche cose. E dovrebbe fare una legge del genere con Berlusconi fuori dal Parlamento quando Governi a largo respiro con il Cavaliere a pieni poteri non ci provavano nemmeno? Dai, su. Un po' di realismo. Solo per mettere nell'angolo il sindaco che ha appena tirato fuori dell'esilio della decadenza il leader di FI? Renzi e Berlusconi, dal canto loro, provano a imporre il modello dell'uomo forte. Che sceglie la sua squadra, che non vuole ostacoli dai partiti piccoli, che utilizza la necessità delle riforme per portare avanti un decisionismo radicale. Quando sento dire che Renzi ë un berluschino capisco cosa vuole dire chi lo afferma. Il segretario Pd ha contenuti laburisti e di sinistra ma, nei modi, é lontano mille miglia dall'assemblearismo del Pci-Pds-Ds o dal centralismo democratico dei partiti di sinistra. Vuole decidere lui, Renzi, e mal sopporta chi lo contesta. Me lo vedo un Fassina o un Cuperlo, prima o poi, rivolgersi a lui con aria di sfida dicendo: "che fai, mi cacci?" Del resto essersi circondato, in segreteria nazionale, quasi solamente da giovani, anche preparati per carità, ma del tutto inesperti e forse un po' acerbi, la dice lunga sulla sua volontà di fare, davvero, squadra.

Di uomini soli al comando ne abbiamo avuti e ne avremo ancora. É un vizio italico, e non solo. Non mi scandalizzo per questo. Solo che quell'uomo deve fare le cose e deve risollevare il Paese. Berlusconi ha governato tanto ma ha fatto poco. Incredibile la sua voglia, ancora, di stare sulla piazza. Incredibile, ancora, l'oltranzismo di Brunetta che usa la legge elettorale, da ieri pomeriggio, come grimaldello per andare a elezioni anticipate. Renzi non ha ancora governato ma vuole fare tanto. Lo faccia. Ma non a parole. Decidendo, mediando e delegando. La politica é questo. Chi difende il suo orticello farà anche parte della "palude"  come ha twittato ieri sera, ma le decisioni vanno prese con equilibrio e senso dello stato. C'è poco tempo per emendare la legge elettorale. Per una volta i partiti facciano qualcosa di ragionevole. Per il Paese oltre che per loro. A partire dai loro segretari.

@AdriSantacroce
Adriana Santacroce

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