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Politica
Legge elettorale, coalizioni e premio di maggioranza oltre il 35-40%

Ufficialmente il dibattito sulla legge elettorale riprenderà in Parlamento a settembre, dopo la pausa estiva. Ma i partiti, dietro le quinte, stanno trattando verso un sistema che alcuni hanno già ribattezzato "anti-5Stelle" e "anti-Alfano". Pd, Forza Italia, Lega e sinistra di Articolo 1 e SI stanno ragionando su una legge che preveda la possibilità di presentarsi in coalizione con un premio di maggioranza del 55% dei seggi alla Camera e al Senato per chi dovesse superare il 35% dei voti e del 60% per chi riuscisse ad andare oltre il 40%.

Un sistema che favorirebbe l'alleanza di Centrodestra, tra Fi, Lega, Fratelli d'Italia e la nascente 'quarta gamba' popolar-liberale, e quella tra il Pd di Renzi e l'area che fa capo a Giuliano Pisapia. Due grandi poli modello anni 2000 che dovrebbero contendersi la guida del Paese. E' evidente che questo tipo di schema tarpa le ali ai grillini che, escludendo alleanze prima del voto (e anche dopo), hanno poche chance da soli di superare il 35 o addirittura il 40% dei voti e, chiaramente, avrebbero preferito il Legalicum che non consente la formazione di coalizioni.

Quanto agli sbarramenti, ed ecco la norma "anti-Alfano", per i partiti e le liste all'interno delle coalizioni sarebbe del 2 o massimo 3%, un modo per aiutare la 'quarta gamba' berlusconiana e anche i satelliti della sinistra qualora non riuscissero a presentarsi uniti al voto. Ma attenzione, gli sherpa starebbero progettando una soglia di sbarramento del 5% per chi non si presenta in coalizione. E' evidente che i centristi doc di Alfano, che escludono sia il ritorno con il Centrodestra sia l'intesa con Renzi, sarebbe quasi impossibile entrare in Parlamento. Per la scelta di deputati e senatori si lavora ad un sistema misto di capilista bloccati in cento circoscrizioni per Montecitorio e cinquanta per Palazzo Madama con gli altri parlamentari eletti su base proporzionale con il sistema delle preferenze e la cosiddetta 'quota rosa'.

Politicamente si tratta di un ritorno al bipolarismo, come emerso dalle recenti Amministrative, che dovrebbe almeno sulla carta forzare Berlusconi, Salvini e Meloni - da un lato - e Renzi-varie anime della sinistra, dall'altro, a trovare un'intesa a presentarsi insieme al voto. In questo modo varrebbe quella proposta implicita fatta da Berlusconi e accettata da Salvini che il premier verrebbe espresso dal primo partito della coalizione vincente. In questo modo le primarie si farebbero direttamente il giorno delle elezioni. E se nessuno superasse la soglia di sbarramento? Ritorno alle urne modello Spagna o due ipotesi di larghe intese: Pd-Forza Italia (se ci fossero i numeri) o 5 Stelle-Lega-Fdi.

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