Un’ora d’incontro tra Enrico Letta e Giuseppe Conte. Dal Nazareno hanno subito fatto trapelare che il confronto è andato “davvero molto bene”. E nel corpaccione del Movimento Cinque Stelle che aria tira? Tra i parlamentari ad applaudire subito all’iniziativa ci hanno pensato per esempio il deputato Giuseppe Brescia e il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia. Guarda caso due pentastellati che fanno parte della neonata associazione “Italia più 2050” alla quale aderiscono gli esponenti della corrente “Parole guerriere” e che conta, secondo i promotori, una quarantina di adesioni.
Bene, ma gli altri eletti M5s che siedono tra i banchi di Camera e Senato come la pensano? Nessuno parla in chiaro, ma a mezza bocca si sfogano. Qualcuno intercettato da Affaritaliani.it dice subito: “Bene che Conte abbia incontrato Letta. Ma a che titolo?”. Il malessere che comincia a montare ruota proprio attorno a questo punto interrogativo. Qualche deputato rimarca appunto il fatto che ancora non ci sia stato “nessun passaggio formale, nessuna ufficializzazione del ruolo di Conte”. Ma ciò che sta creando più fastidio è la sensazione di sentirsi tagliati fuori: “Noi – dicono – non sappiamo niente. Siamo all’oscuro di tutto”. Perché alla fine della fiera, come Affari ha già scritto, è proprio questo che sta disturbando maggiormente i parlamentari. Tra loro c’è anche qualcuno che sdrammatizza e al nostro giornale dice: “Mettiamola così: in pratica, rispetto alle prospettive del Movimento, oggi possiamo dire con assoluta certezza che ne sa più Letta di noi”.
Non che al Senato la musica cambi. Accanto a chi tira dritto e si trincera dietro un laconico “No comment”, c’è anche chi si affida all’ironia: “Che male c’è? In fondo si tratta di due ex presidenti del Consiglio che si confrontano sulle prospettive del Paese, sull’emergenza vaccini, sul sostegno da dare a famiglie e imprese. Per parlare di amministrative o di questioni che riguardano più da vicino il Movimento - conclude fingendo di non sapere - ci sarà modo. Quando i tempi saranno maturi”. Intelligenti pauca, insomma. Questa è l’atmosfera di Palazzo.
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