Politica
Lo strano ‘concorso’ in Emilia Romagna: direttori giudicati da un sottoposto

Si fa la selezione per decidere i Direttori. Nella commissione che valuta gli idonei c’è un sottoposto del Direttore del personale che partecipa alla selezione
A ottobre alla Regione Emilia Romagna è partita una selezione per i Direttori Generali. Serve per costituire un elenco da cui poi pescare quegli uomini che guideranno tecnicamente la macchina amministrativa. In un secondo momento una commissione giudicatrice, composta da 3 componenti, dovrà valutare gli idonei prima per i titoli posseduti e poi tramite colloquio.
Francesco Raphael Frieri, attuale Direttore generale del settore Affari istituzionali, Risorse umane e del Personale sarà tra i partecipanti alla selezione, insieme ad altri direttori della stessa Regione. Frieri ha certamente i titoli per svolgere quel ruolo ma è in forze all’ente senza essere un dirigente di ruolo, cioè non è diventato dirigente tramite un concorso pubblico ma con un incarico di natura fiduciaria, così come il direttore generale dell’Assemblea legislativa Leonardo Draghetti, anche lui partecipante al concorso-selezione. Ed è proprio Frieri che occupandosi di questi processi il 12 ottobre del 2020 dà un “parere di regolarità amministrativa di merito” sulla decisione della Giunta regionale di far partire la selezione. Responsabile del procedimento specifico è in quel momento un sottoposto di Frieri, il dirigente Cristiano Annovi. Sarà Annovi, sempre il 12 ottobre, ma con un atto successivo al precedente, a dare un “parere di regolarità amministrativa di merito” rispetto agli atti amministrativi specifici che definiscono come avverranno le valutazioni. Lo fa “in sostituzione del Direttore generale della Direzione generale Risorse, Europa, innovazione e istituzioni, Francesco Raphael Frieri, competente per incompatibilità”, si scrive nei documenti della Regione. In soldoni il dirigente Annovi, per valutare un atto che spiega l’avviso pubblico per la selezione, sostituisce Frieri perché quest’ultimo partecipa al concorso da Direttori generali. E fin qui tutto bene.
Un mese dopo, l’11 novembre, Frieri indica nel dirigente Gloria Guicciardi il proprio sostituto temporaneo. E anche qui non c’è niente da segnalare. Ma la stranezza arriva il 19 novembre con atto firmato direttamente dal governatore Stefano Bonaccini, dove si decreta chi farà parte della commissione giudicatrice che dovrà valutare i Direttori Generali. La commissione sarà composta da due professionisti che non lavorano in Regione e da un terzo componente: il dirigente Cristiano Annovi (che però è un sottoposto di Frieri).
Dà “parere di regolarità amministrativa di legittimità” il dirigente Gloria Guicciardi. Ma in sostituzione di chi vi chiederete? Di Frieri, ovviamente, che partecipa al concorso.
Il 24 novembre viene data comunicazione che tutti i curricula sono stati vagliati dalla commissione giudicatrice con l’indicazione di chi ha superato la prima parte della selezione e ora potrà sostenere la prova orale. Tra di loro c’è ovviamente proprio Frieri.
Chissà cosà avrà pensato il dirigente Annovi quando si è visto arrivare il curriculum di Frieri ? Carramba che sorpresa!
In sostanza un sottoposto giudica il proprio capo tra i più idonei a svolgere il ruolo di Direttore Generale della Regione. Certo lo fa in una commissione dove ci sono altri 2 componenti. Ma non è anomalo che questo accada? E soprattutto non era più opportuno che quel ruolo venisse coperto da qualcun altro?
Possibile che tra i 3600 dipendenti, quelli che la Regione dichiara al dicembre 2019, non si potesse trovare qualcuno che non dipendesse da un Direttore generale o che non avesse firmato insieme degli atti?
In sede di verifica dei requisiti per l’ammissione al colloquio l’amministrazione è dovuta intervenire ben due volte riammettendo alcuni dirigenti esclusi in prima battuta, tra questi il Capo di Gabinetto di Bonaccini Andrea Orlando.
ps. (gli atti riportati sotto dove appaiono Frieri e Annovi non riguardano il caso specifico ma sono a titolo esemplificativo per indicare la firma congiunta)