Lorenzin (Ncd): "Un governo di centrosinistra? Noi non ci saremo"
Di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
"Non è questo il pensiero che ho in questo momento delicato per il Paese in cui il presidente del Consiglio Enrico Letta ha appena rassegnato le dimissioni. Iniziare a fare il totoministri? Qui non c'è nemmeno una coalizione ben definita. Bisognerebbe fare il totocoalizione". Il ministro uscente della Salute Beatrice Lorenzin contattata da Affaritaliani.it sulla sua volontà di rimanere alla guida di un dicastero delicato come quello della Sanità in un nuovo governo Renzi la butta sull'ironia.
"Abbiamo iniziato un lavoro che andrà proseguito e del quale si potranno raccogliere i frutti in futuro. Sarebbe bello poter chiudere il cerchio e non è importante se a farlo ci sarò io o un altro che prenderà il mio posto", aggiunge la Lorenzin, mentre è passata soltanto una manciata di mesi da quando ha battuto i pugni sul tavolo del governo per strappare al ministro dell'Economia la garanzia sull'intoccabilità dell'ammontare dei fondi pubblici promessi alla sanità e scongiurare così la sforbiciata di Via XX Settembre. Ministero alla disperata ricerca di risorse finanziarie.
Il membro del governo uscente preferisce rimanere nel presente senza fare fughe in avanti e parlare della "liquidazione del premier Enrico Letta", una liquidazione che è "avvenuta tutta all'interno del Partito Democratico per un rapporto irrisolto" fra il presidente del Consiglio uscente e “l'ambizioso” Matteo Renzi. Foglio di via che, per le modalità con cui è arrivato, l'ha lasciata "stupita" e che non è stato causato, come invece qualche analista politico ha voluto far credere, da "un allineamento fra la posizione della Confindustria e la Cgil di Susanna Camusso". Stufi, ormai, del fantomatico immobilismo di Letta.
Ora "è necessario fare un governo a cui il Ncd non parteciperà se sarà un esecutivo di centrosinistra" e che "non deve necessariamente arrivare fino al 2018", ma "ragionare alla tedesca per fare le riforme sulla base di un contratto di coalizione che consenta di lavorare con serenità per sfornare le misure di cui il Paese ha bisogno", conclude. La Lorenzin è battagliera ("non ci spaventa andare neanche al voto"), ma un pensierino al bis come numero uno del dicastero della Sanità lo fa. Unicamente per ragioni di concretezza e per non vanificare gli sforzi fatti fin qui.