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Politica
M5S, rivolta contro Grillo. Altri 15 deputati a rischio espulsione

Espulsione dal M5S per i deputati Massimo Artini e Paola Pinna. Lo ha stabilito la consultazione online tra gli attivisti che si è svolta sul blog di Beppe Grillo. Un voto al quale hanno partecipato 27.818 iscritti certificati. Alla domanda "Sei d'accordo che Pinna e Artini NON possano rimanere nel Movimento 5 Stelle?" hanno risposto sì il 69,8%, pari a 19.436 voti, no il 30,2%, pari a 8.382 voti. La squadra pentastellata a Montecitorio passa così da 104 a 102 deputati. La motivazione dichiarata è la mancata restituzione di parte dello stipendio. Ma dietro potrebbero esserci le critiche mosse al Movimento dai due deputati messi sotto accusa. E i ribelli si mettono in marcia per parlare con Grillo.

Una delegazione di deputati del M5S, guidata da Massimo Artini, ha raggiunto Beppe Grillo nella sua casa di Marina di Bibbona, per incontrarlo di persona e così avere "chiarimenti" sul post del blog del leader cinquestelle che ha avviato la procedura di espulsione nei confronti dello stesso Artini e della deputata Paola Pinna. Il leader del Movimento ha ricevuto Artini ed altri cinque deputati a 5 Stelle mentre  una cinquantina di attivisti si sono riuniti nella piazza della città. Alla fine dell'incontro nessuno ha parlato ma Grillo avrebbe ascoltato le ragioni dei dissidenti ma - viene riferito - non si sarebbe mosso dalle proprie posizioni, limitandosi a dire di volersi adeguare a quanto stabilito dalle votazioni del blog.

"E' un'esecuzione sommaria, ma non potevano trovare un pretesto peggiore di questo. I bonifici ci sono, li trovano sul mio blog e su Facebook". Così la deputata, ormai ex M5S, Paola Pinna, commenta i risultati della votazione sul blog di Grillo che ha decretato la sua espulsione dal movimento.

A guidare il fronte della protesta è il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. Che, statuto alla mano, afferma: "Grillo non rispetta le regole". Infatti, le votazioni "dovrebbero passare prima da una decisione delle camere unite, e solo successivamente dal blog. Non mi risulta che ci sia stata questa votazione o che ci sia un verbale in cui verificarlo.Pretendiamo il rispetto delle regole". E allora, continua il sindaco di Parma: "dovremmo essere noi i primi a rispettarle. Se la votazione in corso non verrà revocata, come in altre occasioni è stato fatto, voterò convintamente no".

Per Claudio Messora, ex capo della comunicazione del M5S a Bruxelles, adesso il punto da affrontare è quello dell'autonomia dei gruppi parlamentari. "Artini e Pinna potrebbero dimettersi spontaneamente dal Gruppo Parlamentare. Ma se non lo fanno, per l'M5S diventa una bella grana con cui lambiccarsi al ritmo di prossime probabili espulsioni. Mi viene in mente Agatha Christie: "E poi, non ne rimase nessuno...".

"Chi non restituisce parte del proprio stipendio (come tutti gli altri) viola il codice di comportamento dei cittadini parlamentari M5s, impedisce in questo caso a giovani disoccupati di avere ulteriori opportunità di lavoro oltre a tradire un patto con chi lo ha eletto. Un comportamento non ammissibile in generale, ma intollerabile per un portavoce del M5s", si legge nel 'capo d'imputazione'. "Quindi valuta: sei d'accordo - si chiede ai militanti - che Pinna e Artini NON possano rimanere nel Movimento 5 Stelle?" (foto). E c'è chi, come il deputato Tancredi Turco, chiede che "il voto venga certificato da una società esterna".

"Io le regole le ho sempre rispettate, i soldi li ho restituiti come previsto. Sono loro che le stanno violando visto che", sulla procedura di espulsione, "non stanno passando per l'assemblea come previsto da Statuto M5s". Durante tutta la giornata la Pinna non ha smesso di fornire prove a sua discolpa: "Sul mio blog www.paolapinna.it sono caricate le contabili dei bonifici fino al mese di settembre, tre mesi in più rispetto al blog".

Artini respinge le accuse del leader: "Le dichiarazioni sulla mia rendicontazione sono false e del tutto tendenziose", scrive il deputato per replicare al "post pubblicato sul blog gestito dalla Casaleggio Associati" che definisce "fornitore di servizi informatici che oggi si diletta a pronunciare editti privi di ogni fondamento". Artini da gennaio a giugno 2014, secondo quanro pubblicato sul suo sito, avrebbe versato poco più di sedici mila euro. I siti dei due deputati, dove tutti i rimborsi sarebbero contabilizzati, sono da stamattina difficilmente raggiungibili.

Ci sono altri 15 deputati del M5S, oltre a Massimo Artini e Paola Pinna, che non hanno rendicontato le spese sul blog di Beppe Grillo. Sul blog mancano gli aggiornamenti delle spese e dei versamenti al fondo per le Pmi di Marco Baldassare, Sebastiano Barbanti, Eleonora Bechis, Silvia Benedetti, Paolo Bernini, Federica Daga, Marta Grande, Mara Mucci, Girolamo Pisano, Aris Prodani, Walter Rizzetto, Gessica Rostellato, Samuele Segoni, Patrizia Terzoni, Tancredi Turco. Ora, dentro e fuori il Movimento, c'è chi si chiede se anche per loro sia pronto il cartellino rosso. E l'onorevole Barbanti replica: "Se è vero che ci volevamo tenere i soldi ce ne saremmo già andati due anni fa e così non perdevamo 100mila euro. Ma siamo tutti in regola".

"Spero che qualcuno riprenda lucidità e si fermi in tempo. Non ho sacrificato parte della mia vita per vedere accadere tutto questo". In un tweet, era statop ancora il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti,a commentare le due espulsioni.
 
Ma molti sono gli esponenti che si dicono contrari alle espulsioni, molti proprio tra i 15 che potrebbero essere tra i prossimi espulsi.

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