M5S, i Cinque Stelle possono dialogare con il Pd?

Il Movimento Cinque Stelle, dopo la tornata delle regionali, deve puntare a costruire una valida offerta politica per le prossime europee e, soprattutto, riequilibrare i rapporti di forza con la Lega. Naturalmente va osservato che le competizioni locali non hanno molto a che fare con quelle nazionali ed europee e soprattutto che il M5S correva da solo e con in coalizione come gli altri contendenti e il notarlo non è fatto scontato e/o retorico come parte della stampa ha voluto invece intendere.

Tuttavia, a dar retta ai sondaggi (che però non sempre ci prendono), la Lega è salita molto come partito singolo mentre il M5S è calato e questo fatto pone Matteo Salvini in una posizione strategica di vantaggio perché ha il fianco coperto dal centro - destra in ossequio alla politica democristiana dei due forni.

In questo momento invece Luigi Di Maio ha un “solo forno” e quindi sarebbe utile averne un altro che potrebbe essere il “nuovo Pd” di Nicola Zingaretti ed anche di Michele Emiliano.

In effetti M5S e Pd non hanno avuto buoni rapporti finora, ma c’è anche da dire che ora non c’è più Matteo Renzi e c’è, appunto, un nuovo Pd rappresentato da Zingaretti con cui potrebbe essere utile instaurare una (cauta, almeno in questa fase) apertura. In questo modo Di Maio si proteggerebbe il fianco a sinistra. Dopo le misure altamente sociali del reddito di cittadinanza e del decreto dignità non potrebbe non trovare qualche attenzione senza contare il successo mondiale dell’accordo con la Cina che ha dato grande visibilità all’Italia.

Viceversa, il Pd ha bisogno di riprendersi i temi sociali, cioè tornare a pasteggiare a porchetta e vino invece delle troppe ostriche e champagne degli ultimi tempi che gli hanno alienato l’elettorato inferocito e provocato una indigestione.

Questa apertura potrebbe aiutare poi lo stesso Salvini che -se non vuole andare subito al voto- avrebbe tutto l’interesse a non indebolire troppo l’alleato pentastellato.