Politica

M5s, Scarpinato: "Ho detto sì a Conte perché ormai nessuno parla più di mafia"

L'ex magistrato: "Il bullismo mediatico contro i 5s dimostra che non sono omologati al sistema"

M5s, Scarpinato: "Ergastolo ostativo. I boss devono restare in carcere"

Roberto Scarpinato, l'ex Procuratore antimafia che ha preso parte a storici processi: da quello a carico di Andreotti per associazione mafiosa a quelli sugli omicidi di Salvo Lima e Piersanti Mattarella, ha deciso di entrare in politica: sarà candidato con il M5s alle prossime elezioni. "Non avevo mai ricevuto proposte da alcun altro partito. E a dire il vero - spiega Scarpinato al Fatto - non sono io che ho scelto i 5 Stelle, ma loro che hanno scelto me, proponendomi una candidatura. Per me si è trattato di una scelta difficile. Per due motivi. Il primo è che nel gennaio scorso ho cessato di essere un magistrato a seguito del mio pensionamento e ho quindi riacquistato un diritto prima incompatibile con il mio ruolo. Il secondo è la consapevolezza che se tu non ti occupi della politica, la politica si occupa comunque di te".

"Ho detto a Conte - prosegue Scarpinato al Fatto - che mi considero libero di dissentire sulle scelte che non condividerò. Mi ha assicurato che la questione mafia, cancellata in questa campagna elettorale dall’agenda degli altri partiti, sarebbe rimasta invece centrale in quella dei 5 Stelle. Mentre altri celebravano il ritorno in campo di Dell’Utri e Cuffaro o restavano silenti, I 5 stelle lottavano in Parlamento per mettere a punto una riforma dell’ergastolo ostativo che scongiurasse il rischio di una fuoriuscita dal carcere di pericolosi boss mafiosi. Inoltre l’attacco concentrico e incessante di quasi tutto l’establishment di potere nei confronti dei 5 stelle per le riforme promosse, hanno portato ad attacchi che spesso hanno travalicato i limiti della fisiologica critica politica, trascendendo in forme di bullismo mediatico. Questo, è dal mio punto di vista, un segnale significativo che non sono integrati e omologati nel sistema".