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Politica
Mario Segni ad Affari: "Golpe di mio padre? Più grande fake news della storia repubblicana"

Pietro Nenni, morto 40 anni fa, non può replicare a Mariotto Segni, che nega persino che l’allora vicepresidente del governo di Aldo Moro abbia mai pronunciato la famosa frase sul “tintinnare di sciabole”, che si sarebbe udito, in quel drammatico periodo, nei Palazzi del potere.

Non è più tra noi anche Giuseppe Saragat, leader del PSDI e successore di Segni al Quirinale, a cui ricostruzioni di quelle giornate attribuirono sospetti sui presunti disegni oscuri dell’inquilino sardo del Colle. Dopo un drammatico colloquio, il 7 agosto del 1964, tra i due statisti, Segni venne colpito da un ictus cerebrale e sostituito, per la supplenza, dall’allora Presidente del Senato, Cesare Merzagora, fino alle dimissioni definitive, rassegnate a dicembre.

Aldo Moro, del resto, nella prigione delle BR, dopo il sequestro del 16 marzo 1978, vergò questa precisa narrazione : “Il tentativo di colpo di Stato, nel 1964, ebbe, certo, le caratteristiche di un intervento militare, secondo una determinata pianificazione, propria dell’Arma dei Carabinieri. Ma finì per utilizzare questa strumentazione militare, essenzialmente, per portare a termine una pesante interferenza politica, rivolta a bloccare, o almeno a, fortemente, ridimensionare la politica dì centrosinistra, ai primi momenti del suo svolgimento. Questo obiettivo era perseguito dal Presidente della Repubblica, Antonio Segni, che tale politica aveva, timidamente, accettato, in connessione con l’obiettivo del Quirinale...L’apprestamento militare, caduto l’obiettivo politico, che era quello perseguito, fu disdetto dallo stesso Capo dello Stato”.

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