Caso Kyenge/ E ora Maroni cacci i razzisti Boso e Borghezio. Il commento
Di Alberto Maggi
Prima Borghezio. Poi Boso. Nel giro di pochi giorni due esponenti leghisti della prima ora hanno vomitato il loro razzismo sulla ministra nera (e non di colore, come vuole essere chiamata) Kyenge. Si può non essere d'accordo sulla cancellazione della Bossi-Fini o sulla cittadinanza ai figli degli immigrati - infatti anche molti del Pdl non sono d'accordo - ma attaccare una persona per il suo colore della pelle e per la sua origine, africana in questo caso, è solo e soltanto razzismo. Nessuna giustificazione politica. Maroni ha minacciato l'espulsione di Borghezio e usa toni certamente più sobri e assolutamente accettabili. Ma il nuovo corso del Carroccio, quello che si è liberato del dio Po e dell'ampolla padana (oltre che dei figli di Bossi e delle loro spese con i soldi del movimento), deve una volta per tutte arrivare a un chiarimento: si vuole veramente fare della Lega la Csu italiana rappresentando gli interessi della macro-regione del Nord, come dicono Tosi e lo stesso Maroni? Bene. Interessante. Ma bisogna liberarsi delle figure impresentabili come Borghezio e Boso. Subito. Altrimenti ogni operazione di maquillage nasconderà sotto la faccia pulita di molti leghisti per bene il razzismo inaccettabile che abbiamo visto in queste ore.
@AlbertoMaggi74