Politica
Meloni punta a fare del Mediterraneo il cuore dei rapporti tra i Paesi del Golfo e l'Europa. Potenziale economico di 100 miliardi in pochi anni
Il bilancio del viaggio in Bahrein. Roma resta ponte con gli Usa

Il piano di Meloni: Italia cerniera tra il Golfo, l'Europa e gli Stati Uniti, con uno sguardo all'estremo Oriente (non Cina e Russia) e proprio con il Mediterraneo perno strategico di un nuovo ordine mondiale
Ormai lo abbiamo capito. Giorgia Meloni si trova molto più a suo agio nella diplomazia internazionale che nelle beghe di Palazzo a Roma con gli alleati che litigano, troppo spesso, specie sulla Legge di Bilancio ma non solo. Fonti ai massimi livelli di Fratelli d'Italia spiegano che la missione appena conclusa della presidente del Consiglio in Bahrein è stato "un vero successo" con "ottime prospettive geo-politiche ed economiche".
La premier è stata ospite d'onore del 46° vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo. Meloni, dopo essere stata presente in Egitto alla firma sugli accordi per la tregua a Gaza, intende giocare anche in questa zona del Medio Oriente il ruolo di mediatore tra le monarchie della regione, l'Unione europea e gli Stati Uniti. La premier ha assicurato il sostegno agli sforzi in corso per risolvere le crisi del Medio Oriente offrendo di ospitare un nuovo format di dialogo tra i Paesi del Golfo e quelli del Mediterraneo, che garantirebbe all'Italia un peso maggiore nella regione.
Meloni ha firmato due memorandum nel settore industriale con il Regno del Bahrein, ma ha ribadito soprattutto che l'Italia può rappresentare una porta d'accesso per il Golfo all'Europa e, potenzialmente, agli Stati Uniti. E ha esortato a dare "un impulso ancora più forte a una cooperazione economica che oggi vale 35 miliardi di dollari l'anno, ma che non esprime ancora il vero potenziale della nostra relazione. Ho trovato totale disponibilità ma, credo, che l'invito fosse anche un riconoscimento al lavoro che l'Italia ha fatto. Stiamo lavorando per arrivare a una cooperazione più strutturata", ha detto ancora Meloni, "ho avuto la possibilità di parlare di persona con i leader di Oman e Kuwait che non avevo ancora incontrato personalmente". Dall'attenzione mostrata in tre anni di governo verso i Paesi del Gcc (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Oman, Qatar e Kuwait), traspare la volontà di ampliare la partecipazione italiana nell'area.
L'area del Golfo Persico è d'altra parte tra quelle citate nel Patto per il Mediterraneo presentato dall'Unione europea lo scorso ottobre. Il punto chiave - spiegano fonti vicine a Palazzo Chigi - è che Meloni punta a strettissime e privilegiate relazioni con i Paesi del Golfo in particolare per creare un corridoio commerciale che dall'estremo Oriente - India e altri Paesi importanti come il Vietnam ma non solo - passi proprio per i Paesi come il Bahrein per poi arrivare nel Mar Mediterraneo.
E far sì che i principali porti italiani soprattutto sulla costa adriatica, dalla Puglia fino a Trieste, diventino uno snodo fondamentale per il commercio mondiale anche poi con sbocchi verso l'Europa. Le stime sulla cooperazione economica che oggi vale 35 miliardi sono di raddoppiarle fino a 70 entro due o tre anni per poi arrivare fino a 100 miliardi entro il 2030. In più c'è anche il ruolo geo-politico che Roma, governo più stabile dell'Unione europea, può svolgere in quell'area. Il tutto, nei piani di Meloni, facendo sempre dell'Italia il Paese ponte o cerniera tra il Golfo, l'Europa e gli Stati Uniti, con uno sguardo all'estremo Oriente (non Cina e Russia) e proprio con il Mediterraneo perno strategico di un nuovo ordine mondiale.
Tutte le notizie della sezione politica
