Politica
Meloni e la "pace" con Macron. L'Italia rientra tra i big Ue, l'Eliseo tiene a bada la destra francese e si riavvicina a Trump
Che cosa c'è dietro il vertice a Palazzo Chigi. Retroscena

Il dietro le quinte del summit a Roma tra Meloni e Macron
Che cosa c'è dietro la "pace" (a sorpresa) ritrovata tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron dopo il lunghissimo faccia a faccia di ieri a Palazzo Chigi? Quasi quattro ore di vertice bilaterale dopo il gelo dei mesi e delle settimane scorse. Un bacio e grandi sorrisi, poi il colloquio, durato oltre quattro ore "per approfondire la discussione - spiegano al termine in una nota congiunta - e coordinare gli sforzi di mobilitazione e azione europea di fronte alle sfide comuni che si moltiplicano e si aggravano, esaminando al contempo le prossime scadenze nelle relazioni tra Francia e Italia".
L'Italia è “un partner importante” con “un ruolo cruciale da svolgere nelle decisioni europee”, in particolare nel conflitto ucraino, aveva spiegato la presidenza francese alla stampa prima del termine del faccia a faccia. L'idea era quella di capire se “siamo davvero in grado di andare avanti insieme sulle questioni essenziali”, aggiunge. E, almeno nelle intenzioni, sarà così, perché i due Paesi, "intendono rafforzare il loro impegno comune per un’Europa più sovrana, più forte e più prospera, soprattutto orientata alla pace e capace di difendere i propri interessi e di proteggere i propri cittadini". Venerdì scorso Meloni aveva riconosciuto delle "divergenze", minimizzandole e smentendo qualsiasi “problema personale” con Macron. “Si sta facendo molto rumore su questo argomento”, aveva ironizzato, dicendosi “molto felice” di questa visita.
L'intenzione dichiarata è quindi quella di appianare le divergenze. Dal 2022, anno della rielezione del progressista filoeuropeo Macron e della vittoria elettorale di Meloni, i rapporti non sono semplici. Eppure, al termine del colloquio, i due governi sottolineano "forti convergenze sull'agenda europea per la competitività e la prosperità, da attuare in modo ambizioso e accelerato, sulla semplificazione normativa, sugli investimenti pubblici e privati, sull'energia e sulla piena applicazione del principio di neutralità tecnologica e, più in generale, sulle condizioni necessarie a far concorrere le imprese europee ad armi pari". Insomma, un lavoro da fare insieme e in fretta, anche "per i settori in transizione, come l'industria automobilistica e siderurgica", "l'intelligenza artificiale, le fonti di energia decarbonizzate rinnovabili come il nucleare, e lo spazio, dove i nostri interessi bilaterali ed europei sono collegati".
E, ancora, "Francia e Italia sono determinate a collaborare nella preparazione del prossimo Consiglio europeo e, più in generale, sul prossimo quadro finanziario pluriennale, sulla migrazione, sull'allargamento e sulle riforme". A più di tre anni dall'inizio dell'aggressione russa e all’indomani dei colloqui tra Ucraina e Russia di Istanbul, "il sostegno incrollabile e senza esitazioni di Francia e Italia all'Ucraina - assicurano Meloni e Macron - è ancora più necessario per raggiungere una soluzione equa e duratura, presupponendo al contempo un ambizioso cambiamento di scala nella difesa europea, sia in termini di investimenti che di sostegno alla base di difesa industriale e tecnologica europea". L'incontro ha inoltre offerto l'opportunità di affrontare altre questioni di sicurezza di rilievo per l'Europa, in particolare in Medio Oriente e in Libia, e "di coordinare le proprie posizioni in tema di relazioni transatlantiche, nonché sulla sicurezza economica e commerciale dell’Unione Europea".
In questo contesto, Macron e Meloni hanno deciso che il prossimo Vertice bilaterale avrà luogo in Francia all’inizio del 2026, anche con l’obiettivo di valutare e aggiornare il programma di lavoro che specifica gli obiettivi della cooperazione bilaterale previsti dal Trattato del Quirinale, entrato in vigore nel 2023, in numerosi ambiti settoriali, con particolare attenzione ai giovani. La lettura politica che danno fonti qualificate del summit italo-francese a Roma di ieri sera è che la presidente del Consiglio non può restare "fuori dai giochi" nell'Unione europea e l'asse con l'Eliseo, nonostante le divergenze politiche evidenti su alcuni temi, è il modo migliore per rientrare a pieno titolo nel gotha dei Paesi forti dell'Ue.
D'altro canto Macron - spiegano le fonti - vuole il rapporto con Meloni in quanto la ritiene una sorta di stampella e a Parigi ritengono che meno ci siano frizioni con Roma e il governo italiano e meno la destra di Marine Le Pen e Jordan Bardella abbia spazio e argomenti per attaccare l'inquilino dell'Eliseo, debolissimo in patria visto il governo di minoranza e l'assenza di una maggioranza all'assemblea legislativa. Infine Meloni, sempre ben consigliata dalla sorella Arianna, è comunque considerata da tutte le cancellerie del Vecchio Continente - da Berlino in testa ma anche a Bruxelles da Ursula von der Leyen - l'unica in grado di avere buoni rapporti con gli Stati Uniti e provare, almeno provare, a far ragionare Donald Trump sul dossier dazi. Grazie in particolare all'ottimo rapporto personale soprattutto con il vice-presidente Usa, cattolico e spesso a Roma, J.D. Vance.
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