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Politica
Misiani: "Rischio recessione. Vi spiego la 'contro-manovra' del Pd"
Antonio Misiani

"Presenteremo nei prossimi giorni un pacchetto di proposte contro il carovita. L’extra gettito derivante dal caro carburanti va redistribuito alle famiglie, aiutando quelle a reddito medio e basso e rifinanziando il trasporto pubblico"

 

"Spero proprio di no, ma purtroppo è uno scenario che non si può escludere". Così il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Partito Democratico, risponde alla domanda di Affaritaliani.it se l'Italia rischia la recessione. "Bisogna reagire e farlo anche rapidamente, anziché passare le giornate a polemizzare con l’Europa rimanendo con le mani in mano".

L'INTERVISTA

Il governo annaspa sulla Legge di Bilancio a caccia di soldi e in lite con l'Unione europea. Come andrà a finire? Sarà una manovra lacrime e sangue?
"Finirà male, se continuano così. Per mesi la Meloni e i suoi ministri hanno raccontato che tutto andava bene e che l’Italia faceva meglio dell’Europa grazie alle scelte di questo governo. Questa narrazione edulcorata è stata spazzata via dai dati negativi del PIL nel secondo trimestre e poche settimane fa il ministro Giorgetti si è incaricato di riportare tutti alla dura realtà: il sistema produttivo si è bruscamente fermato, l’inflazione continua a mordere, le famiglie perdono potere d’acquisto e i conti pubblici vanno peggio delle previsioni. Il governo non sa che pesci pigliare e come sempre fa la destra cerca di scaricare il barile, additando al popolo i presunti responsabili: la BCE, il superbonus, il commissario Gentiloni, il destino cinico e baro. Non sappiamo se sarà una manovra lacrime e sangue, quella che stanno preparando. Di sicuro, sarà una legge di bilancio nettamente al di sotto di quello che serve al Paese". 

Che cosa farebbe il Pd se fosse al governo? Come e dove concentrerebbe i pochi soldi?
"Noi abbiamo indicato tre grandi priorità: combattere l’inflazione e difendere il potere d’acquisto dei redditi, con la legge sul salario minimo, la conferma del taglio del cuneo fiscale, il rinnovo dei contratti di lavoro scaduti; finanziare i servizi essenziali, a partire dalla sanità e la scuola; utilizzare al meglio le risorse e le riforme previste dal PNRR per fare ripartire l’economia. Alcune di queste cose si possono fare a costo zero per lo Stato: approvare il salario minimo e favorire il rinnovo dei contratti di lavoro privati non ha oneri per lo Stato ma aiuta milioni di famiglie. I soldi del PNRR li abbiamo già a disposizione: dobbiamo solo spenderli presto e bene". 

L’inflazione è in calo ma rimane un problema molto sentito dai consumatori. Cosa può fare il governo per frenarla? 
"Noi presenteremo nei prossimi giorni un pacchetto di proposte contro il carovita. L’extra gettito derivante dal caro carburanti va redistribuito alle famiglie, aiutando quelle a reddito medio e basso e rifinanziando il trasporto pubblico. Bisogna bloccare l’indicizzazione degli affitti almeno fino a fine 2024. E intervenire anche sui costi dell’energia, che stanno tornando a crescere". 

Crede che l'Italia rischi di andare il recessione?
"Spero proprio di no, ma purtroppo è uno scenario che non si può escludere. Il secondo trimestre si è chiuso negativamente. La Germania è già in recessione e l’Italia è molto legata all’economia tedesca. L’impatto dell’inflazione e dei tassi su consumi e investimenti si è fatto sentire solo in parte. Le incognite, insomma, non mancano. Bisogna reagire e farlo anche rapidamente, anziché passare le giornate a polemizzare con l’Europa rimanendo con le mani in mano". 

Il Superbonus al 110% andrebbe confermato o è giusto rivederlo?
"Noi siamo per rivedere tutto quello che non va. Detto questo, la cosa che colpisce, in tutta questa vicenda, è che le attuali regole del super bonus sono state decise dal governo Meloni. A febbraio avevano bloccato la possibilità di cedere i crediti fiscali dicendoci che la situazione era stata rimessa sotto controllo. Ora dopo sette mesi si accorgono di extra costi per decine di miliardi. Mah…se le cose stanno così, abbiano il coraggio di andare fino in fondo, abolendo il super bonus. Di tutto abbiamo bisogno, tranne che dell’ennesima sceneggiata. Anche perché nel frattempo centinaia di migliaia di famiglie e di imprese sono in braghe di tela, alle prese con crediti fiscali incagliati per decine di miliardi. È questa la prima emergenza da affrontare". 

Sul salario minimo continuerete la vostra battaglia? E come?
"Sul salario minimo andremo avanti, senza se e senza ma. Abbiamo raccolto centinaia di migliaia di firme, costringendo la maggioranza a ritirare l’emendamento soppressivo della nostra proposta di legge e il governo a convocarvi in pieno agosto. Non potranno fare melina all’infinito. Se la destra mette da parte l’ideologia e accetta un confronto senza pregiudiziali, una buona soluzione è a portata di mano. Noi ne siamo assolutamente convinti".

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