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Politica
Navi ong, il governo prende tempo nel braccio di ferro con la Germania

Migranti, il governo prende tempo, la strategia di Piantedosi: richiesta d’asilo sulle navi delle Ong

"985 bambini, donne e uomini si trovano da 10 giorni al largo della Sicilia in attesa di un porto sicuro. Nelle prossime 48 ore sono previste nell'area pessime condizioni meteo con tempesta e onde alte fino a 6 metri": con queste parole diffuse in un tweet Mediterranea Saving Humansriferendosi ai migranti bloccati sulle tre navi ong, chiede al governo italiano di assegnare il porto più vicino per far sbarcare i naufraghi, come previsto dal diritto internazionale. "Ogni ulteriore ritardo nello sbarco di persone vulnerabili, già vittime di trattamenti inumani in Libia e provate dalla traversata, dovrà essere considerato responsabilità diretta delle Autorià coinvolte", conclude il tweet. 

Come fa sapere Rinaldo Frignani sul Corriere, mentre le navi ong rimangono in alto mare, gli sbarchi sulle coste dell'Italia non si fermano. Infatti, sono arrivati 456 migranti a Crotone, in Calabria, che erano a bordo di un peschereccio partito dalla Libia. La barca era stata avvistata mercoledì dalla Guardia di Finanza e i mezzi di Frontex ("Frontières extérieures"), l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera a cui è affidato il funzionamento del sistema di controllo e di gestione delle frontiere esterne dello Spazio Schengen e dell'Unione europea, hanno prestato soccorso e poi fatto arrivare i migranti in Calabria. 

La linea del governo

Diverso il comportamento nei confronti delle navi ong, per cui il governo prende tempo. Mercoledì la Germania ha chiesto al governo italiano di “prestare velocemente soccorso” ai migranti a bordo della nave Humanity 1, battente bandiera tedesca. Sulla nave ci sono 179 persone, tra cui 104 minori non accompagnati. “Molti di loro hanno bisogno di cure mediche”, hanno fatto sapere Berlino. La Farnesina ha chiesto alla Germania la lista delle persone a bordo e un quadro della situazione complessiva, ma la decisione presa in accordo con il Viminale rimane quella di far sbarcare soltanto donne e bambini".

L'obiettivo del governo italiano sembra chiaro e ricalca un modello già visto, ovvero fermare gli arrivi e scoraggiare le partenze dall'Africa, come fatto in passato dall'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini. Il presidente del Consiglio lo aveva già detto in campagna elettorale e dopo la formazione del governo lo ha subito messo in pratica. Proprio per questo il ministro Matteo Piantedosi, la settimana scorsa, ha emanato una disposizione in cui si legge che "il ministero degli Affari esteri, con note verbali alle due ambasciate degli Stati di bandiera (Norvegia e Germania) ha rilevato che le condotte delle due navi Ocean Viking e della Humanity1 attualmente in navigazione nel Mediterraneo non sono in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale". 

La Humanity 1 ha fatto sapere di aver già inviato "17 richieste senza successo a Malta e Italia" e ha lanciato un nuovo appello: «Le 179 persone a bordo hanno urgente bisogno di un posto sicuro. Le condizioni di slaute dei naufraghi stanno peggiorando. A causa delle temperature fredde di notte si sta diffondendo la febbre a bordo. I test Covid sono comunque negativi". 

Una possibile soluzione

Per la Commissione Europea il meccanismo temporaneo di solidarietà - la direttiva Ue che prevede di offrire una protezione immediata e temporanea nel caso di afflusso massiccio nell’Ue di sfollati, cioè cittadini stranieri o apolidi che hanno dovuto abbandonare il loro paese d’origine (o sono stati evacuati) e non possono rientrarvi, in particolare per guerra, violenze, violazioni dei diritti umani -  può essere usato per ridistribuire le persone soccorse in mare: “La Commissione non è coinvolta nelle operazioni di salvataggio in mare né nella definizione del luogo di sbarco. Tuttavia, ricordiamo che salvare vite in mare è un dovere morale e un obbligo legale di diritto internazionale degli Stati membri indipendentemente dalle circostanze”. Anitta Hipper, portavoce della Commissione europea, risponde così durante il briefing di mezzogiorno della Commissione Ue di ieri 3 novembre a una domanda sulle tre navi di ong che hanno chiesto l’accesso, senza ottenerlo, ai porti italiani per lo sbarco di migranti salvati nel mar Mediterraneo.

Finora, riguardo alle persone su tutte e 3 le navi, ci sono state 8 mila offerte di rilocalizzazioni ma solo 38 migranti hanno accettato. Il meccanismo viene applicato non solo all’Italia ma anche agli altri Paesi del Mediterraneo che subiscono la pressione migratoria. Il confronto tra Italia e Germania è oggetto di osservazione a Bruxelles ma per ora nelle dichiarazioni prevale la cautela.

Giorgia Meloni tacciata di essere una provocatrice da Lars Castellucci

Lars Castellucci, vicepresidente della Commissione Interni del parlamento tedesco e responsabile immigrazione della Spd, va all’attacco del governo italiano in un’intervista rilasciata a Repubblica: "La questione va risolta in modo permanente nell’Ue. Ma non serve a nulla criminalizzare le missioni di soccorso civili se non siamo disposti a istituire una nuova missione di soccorso europea", dice alla giornalista Tonia Mastrobuoni. E continua: "L’Italia non si illuda che la solidarietà le sia dovuta. Non è neanche nella top ten dei Paesi con più profughi accolti, in rapporto al numero di abitanti. E ha un numero di richieste di asilo inferiore alla media. Per fare un paragone: un milione di rifugiati dall’Ucraina sono già in Germania".

Mentre Giorgia Meloni "deve decidere se vuole essere un primo ministro o una provocatrice. E la definizione “navi pirata” è cinica. Se non ci sono soccorsi, non si possono accusare gli operatori umanitari di farsi carico di quel lavoro". Per Castellucci "va reimpostata la nostra cooperazione con i Paesi di transito. Ma ciò include una politica migratoria che sia sensata anche per l’Italia, che ha il tasso di natalità più basso di tutta l’Ue. I migranti del Nord Africa sono già ampiamente sfruttati in Italia per lavori tosti. Sono sfruttati e allo stesso tempo insultati come “clandestini”. E sono costretti a salire sui barconi anziché poter approfittare di un sistema che li assorba in modo regolato, ordinato, sicuro. Dobbiamo lavorarci".

 

 

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