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Politica
Nel 2023 Conte-Grillo comunque divisi? Scenari di Palazzo. Sondaggio online
(fonte Lapresse)


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Scomposizione e ricomposizione del quadro politico. E' il process in atto in questa torrida e africana estate mentre il Paese faticosamente cerca di uscire dalla pandemia con la variante Delta del Covid che minaccia nuovi lockdown e nuove zone rosse mirate e chirurgiche. E' opinione diffusa che nel M5S, anche se si troverà un compromesso tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, nel 2023 le strade si saranno ormai separate. La scommessa che si fa in Parlamento è che l'ex presidente del Consiglio si troverà alla guida di una sua lista moderata ed europeista, alleata del Pd di Enrico Letta e di quello che resta della sinistra di LeU. Quanto a Grillo, potrebbe rilanciare il progetto originario del Movimento, recuperando Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista e qualcuno dei fuoriusciti contrari alla svolta contiana centrista e neo-democristiana. Punto interrogativo sul ruolo di Luigi Di Maio che continua a battersi, come i mulini controvento, per un'intesa sempre più impossibile.

Anche nel Pd però il dibattito è aperto. Base Riformista e la galassia più o meno ex renziana contesta a Letta una svolta troppo di sinistra e chiede di recuperare il dialogo con il centro. Centro che a sua volta potrebbe organizzarsi intorno al rassemblemnt liberaldemocratico lanciato da Carlo Calenda, Azione, insieme a +Europa. C'è poi il calvario che sta vivendo il Centrodestra con l'incapacità di trovare un candidato sindaco in una città simbolo come Milano. Silvio Berlusconi lancia il partito unico per le elezioni del 2023, Cdu come Centrodestra unito e come il partito conservatore tedesco di Angela Merkel (saldamente nel Ppe), Matteo Salvini ribatte che non crede nelle fusioni a freddo riproponendo la federazione tra i partiti di Cdx che sostengono il governo Draghi. Giorgia Meloni, che nel sondaggio Swg del lunedì sera, è in testa davanti a tutti, assicura che Fratelli d'Italia sarà presente nel 2023 con il suo simbolo sulla scheda elettorale e che parteciperà ad alcuna aggregazione, federazione o partito unico.

Il tutto mentre la coalizione rischia una clamorosa frattura anche alle Comunali di Napoli. Qui le scommesse del tam tam di Palazzo sono per una lista unitaria (non partito unico) tra Berlusconi e Salvini (più altri come l'Udc) alle prossime Politiche che si giochi la sfida per il primo partito della coalizione con Meloni e FdI. Ma ci sono diverse variabili da tener presente. Tre le principali. L'esito delle elezioni amministrative di ottobre può ridisegnare la geografia e i pesi nelle coalizioni. Il secondo nodo è la partita del Quirinale all'inizio del prossimo anno. Mario Draghi al Colle? Oppure chi? Mattarella bis? Ci sarà un accordo generale o uno scontro tra coalizioni? Centrodestra e Centrosinistra reggeranno al loro interno? Interrogativi che oggi non trovano risposte. E infine la legge elettorale. Se restasse il Rosatellum o ci fosse un rafforzamento del maggioritario le aggregazioni sarebbero naturali e forse anche forzate, ma se a prevalere fosse una riforma proporzionale tutto verrebbe rimesso in gioco.

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