Nessun incarico in Sicilia. Il Csm blocca Ingroia

La terza commissione del Csm ha rigettato la richiesta di aspettativa di Antonio Ingroia. L'ex candidato premier di Rivoluzione civile non potrà presiedere la società di tributi Riscossione Sicilia, così come aveva annunciato il governatore Rosario Crocetta. Il ruolo di presidente della Riscossione Sicilia però non sarebbe compatibile con il collocamento fuori ruolo.
In passato il Csm si era espresso su richieste di autorizzazione dei magistrati a ricoprire incarichi dirigenziali nelle Asl, all'Agenzia delle Entrate o presso Authority. E in più di un'occasione la risposta era stata negativa. In questi casi si tratta di una valutazione discrezionale del Csm: l'autorizzazione a un magistrato a lavorare in un altro ente viene data solo quando l'incarico è occasione di un accrescimento professionale del magistrato e quando c'è anche un interesse dell'amministrazione della giustizia che - nel caso di semplice collocamento fuori ruolo, a differenza di quanto accade con l'aspettativa - continua a corrispondergli lo stipendio, oltre a garantirgli il mantenimento dell'originario rapporto di servizio, anche sotto il profilo della progressione della carriera.
L'altro ieri Ingroia aveva sottolineato la "linea di continuità" del nuovo ruolo con la sua esperienza di magistrato a Palermo, ricordando che in passato "la riscossione delle imposte era in mano al sistema mafioso", e evidenziando le "opacità e anomalie" emerse negli ultimi tempi e denunciate da Crocetta. Ma i più critici con l'ex pm di Palermo al Csm si chiedevano se effettivamente ci sia un interesse dell'amministrazione della giustizia rispetto a un ruolo di "esattore" che verrebbe svolto peraltro nello stesso territorio in cui Ingroia per anni è stato procuratore aggiunto. E c'è stato pure chi fa notare che l'istanza di fuori ruolo per poter essere esaminata dal Csm dovrebbe avere il visto del ministro della Giustizia, che in questo caso non c'è; un problema che invece non si porrebbe per la richiesta di aspettativa.
Qualche malumore a Palazzo dei marescialli è stato legato anche alla tempistica: Ingroia, la cui aspettativa elettorale è scaduta l'11 marzo scorso, ha fatto avere la sua nuova richiesta al Csm solo l'altro ieri, alla vigilia della pronuncia del plenum, sulla proposta di due settimane fa della Terza Commissione di farlo tornare in servizio e destinarlo al tribunale di Aosta.
"Non sussiste nel caso di specie l'interesse dell'amministrazione della giustizia". Questa la motivazione alla base della decisione della terza commissione del Csm di non accogliere la richiesta di Antonio Ingroia di essere collocato in aspettativa per assumere l'incarico di presidente di riscossione Sicilia.
Secondo palazzo dei Marescialli, dunque, l'incarico che Crocetta aveva offerto all'ex procuratore aggiunto di Palermo non ha nulla a che vedere con le funzioni di magistrato, mentre fra i presupposti per concedere l'aspettativa o il fuori ruolo, vi e' anche quello per cui l'incarico da ricoprire deve essere in qualche modo attinente con l'amministrazione della giustizia. Dunque, secondo la commissione, non ricorrono i presupposti per autorizzare l'aspettativa di Ingroia, anche "in linea con analoghi precedenti". La commissione ha anche deliberato di inviare a Ingroia il preavviso di rigetto della sua richiesta.