Niente salvataggi, Bersani è il leader e deve cavarsela da solo
Di Adriana Santacroce
Te tu Renzi non fare il parahulo! Di Stefano Golfari |
Non può prendere in mano il partito uno che non è stato legittimato dallo stesso partito! Renzi ha perso le primarie, prigioniero anche di regole ostili, non ha convinto la maggioranza di quei 3 milioni e passa di elettori e, come aveva ribadito più volte, pur avendo tanto seguito, non ha tradito il partito. Come si fa a pretendere ora che, con il Pd nella bufera, e qui ha ragione Golfari che critica anche l'estetica di un partito in crisi, lo stesso Renzi arrivi e con un gioco di prestigio ribalti l'esito delle primarie? Magari dicendo: avevo scherzato quando dicevo che sarei stato leale a Bersani, eccomi pronto a togliergli il posto.
Perché quando un politico mantiene la parola data non siamo in grado di accettarlo e vogliamo, al solito, i magheggi e le manovre da Prima repubblica? Bersani ha vinto le primarie e, di fatto, perso le elezioni. Ed è Bersani che deve uscire dall'impasse. Renzi non parla. O lo fa solo con qualche giornalista compiacente, concordo. Ma, diciamocelo, cosa deve fare, più che rispettare quel che dice il suo segretario? Deve dire pubblicamente che, nel suo intimo, non è d'accordo? Deve dar vita all'ennesima corrente? No, basta, abbiamo già dato. Ribalto la provocazione, caro Stefano. Sarebbe troppo comodo, ora, che arrivasse qualcuno a togliere le castagne dal fuoco al segretario Bersani. E che, comunque, senza una legittimazione popolare, rischierebbe di bruciarsi. Il sindaco di Firenze aspetti il suo turno, che sarà tra poco, alle prossime primarie o in ogni caso con una legittimazione della base. Si chiama Partito democratico. Almeno questo lasciamoglielo.