Meloni, Schlein, Tajani, Salvini, Conte e... Chi sale, chi scende, chi resta fermo: voti e giudizi sui protagonisti della politica - Affaritaliani.it

Politica

Ultimo aggiornamento: 15:05

Meloni, Schlein, Tajani, Salvini, Conte e... Chi sale, chi scende, chi resta fermo: voti e giudizi sui protagonisti della politica

La pagella "estiva" dei leader dei principali partiti

di Alessandro Amadori, politologo e sondaggista

Il voto più alto per Giorgia Meloni


L’estate politica italiana si presenta con poche sorprese e molte conferme. Tra leadership consolidate, tentativi di rilancio e crisi di identità, ecco la pagella dei principali leader di partito. Voti da 1 a 10, con le relative motivazioni.

Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) – Voto: 8
La premier resta il punto di riferimento del centrodestra. La sua leadership è solida, la comunicazione efficace, e il consenso regge. Tuttavia, la narrazione comincia a mostrare segni di stanchezza. Pro: visione chiara, controllo della coalizione. Contro: rischio di saturazione, polarizzazione crescente.

Elly Schlein (Partito Democratico) – Voto: 6
La segretaria del PD ha consolidato la tenuta del cosiddetto “zoccolo duro” ma non riesce ancora a imporsi come alternativa di governo credibile. Il partito è stabile però non cresce, e la sua comunicazione appare spesso generica. Pro: coerenza ideologica. Contro: leadership debole, limitato appeal elettorale.

Giuseppe Conte (Movimento 5 Stelle) – Voto: 6.5
Conte resta il volto più riconoscibile dell’opposizione. Il suo posizionamento su giustizia e diritti sociali è forte, anche se il M5S è ben lontano dal poter tornare ai fasti del 2018. Pro: comunicazione diretta, identità chiara. Contro: difficoltà nel rilancio del movimento.

Antonio Tajani (Forza Italia) – Voto: 7
Il vicepremier sorprende per la sua tenuta. Nonostante le tensioni interne, e qualche gaffe comunicativa, mantiene una buona immagine istituzionale e una presenza solida nel governo. Pro: equilibrio, esperienza diplomatica. Contro: poca innovazione, leadership non carismatica.

Matteo Salvini (Lega) – Voto: 6,5
Il leader leghista ha avuto una lunga fase di stasi, ma ora il Ponte sullo Stretto è il suo cavallo di battaglia e potrebbe costituire la base su cui rilanciare la sua figura e la capacità di innovazione gestionale della Lega. Uscito rafforzato dal congresso del partito, può concentrarsi sull’elaborazione della strategia per le prossime elezioni politiche. Pro: tenacia, visibilità. Contro: consenso limitato, retorica da rivitalizzare.

Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra) – Voto: 6.5
In crescita nei sondaggi grazie a posizioni nette su Gaza e ambiente. La denuncia alla Corte Penale Internazionale ha acceso i riflettori. Pro: coerenza, mobilitazione attiva. Contro: visibilità limitata fuori dai temi di nicchia.

Carlo Calenda (Azione) – Voto: 5,5
Tiene una posizione dignitosa, tuttavia il suo progetto centrista non decolla. La comunicazione è spesso polemica, ma non sempre efficace. Pro: competenza tecnica. Contro: leadership divisiva, scarso radicamento.

In conclusione, la politica italiana si muove tra conferme e stagnazioni. Meloni resta la figura dominante, mentre l’opposizione cerca ancora una voce forte e riconoscibile. Il centro è frammentato, e le ali più radicali guadagnano spazio. L’autunno si preannuncia caldo: vedremo chi saprà davvero cambiare passo.