Palazzi & potere
202° ANNUALE DI FONDAZIONE DELL'ARMA

E stato un compleanno velato di tristezza quello celebrato lo scorso 6 giugno dall’Arma. Troppo vivi il dolore e il cordoglio per la tragica morte del maresciallo capo Silvio Mirarchi, strappato solo pochi giorni prima alla propria famiglia e all’Arma da una vile mano criminale. C’era idealmente anche lui alla cerimonia per il 202° Annuale di Fondazione dell’Arma presso la Caserma “Salvo D’Acquisto” a Roma, dove è stato ricordato con un minuto di commosso silenzio. E proprio martedì 6 giugno è stata la giornata scandita dai rituali appuntamenti di alto valore simbolico con i quali è tradizionalmente celebrata in modo solenne la più importante ricorrenza annuale per la grande famiglia dell’Arma.
Il primo momento si è svolto in mattinata presso il Museo Storico, dove il Comandante Generale Tullio Del Sette, accompagnato dal Vice Comandante Antonio Ricciardi e dai Presidenti di Anc e Onaomac generali C.A. Libero Lo Sardo e Cesare Vitale, ha reso onore ai Caduti di ogni tempo dell’Arma deponendo presso il Sacrario una corona di alloro. Subito dopo ha ricevuto, alla presenza anche dei Vertici dell’Arma nella capitale e di quelli dello Stato Maggiore, la Bandiera di Guerra che, proveniente dalla Scuola Allievi, è stata collocata all’interno del Sacrario dove è rimasta fino al momento di prendere posto nello schieramento della cerimonia militare del pomeriggio. A ora di pranzo, poi, una “riunione di famiglia” presso la Sala di Rappresentanza del Comando Generale. Qui il Comandante Generale ha voluto incontrare i militari premiandi e i loro familiari, ai quali ha rivolto parole di ammirata gratitudine per avere saputo incarnare, con i loro commendevoli comportamenti, i più alti Valori sui quali l’Istituzione si fonda da più di duecento anni. Non sono mancate espressioni di affettuosa, concreta vicinanza ai familiari che hanno dovuto affrontare la tragica e dolorosa perdita dei loro cari.
Come da tradizione, nel tardo pomeriggio si è svolta la Cerimonia militare presso la Caserma “Salvo D’Acquisto”, sede del Comando Unità Mobili e Specializzate, resa quest’anno ancor più solenne dall’ambita presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Assieme alla più alta Carica dello Stato, erano presenti il Presidente del Senato Pietro Grasso, quello della Corte Costituzionale Paolo Grossi, la Vice Presidente della Camera Marina Sereni, i Ministri della Difesa, dell’Interno, della Salute e delle Infrastrutture, Roberta Pinotti, Angelino Alfano, Beatrice Lorenzin e Graziano Delrio, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Claudio Graziano, nonché altre autorità istituzionali civili, religiose e militari fra le quali i Vertici delle Forze Armate e di Polizia e, naturalmente, quelli dell’Arma, dell’Anc e dell’Onaomac, oltre ad una folta cornice di pubblico.
Di fronte alla tribuna delle Autorità, nell’area equestre denominata “Galoppatoio Piazza di Siena”, uno schieramento che rappresentava idealmente l’Arma in tutte le sue componenti. Accanto alla Banda, al Medagliere custodito dall’Anc e alla Bandiera dell’Onaomac, una rappresentanza del Centro Sportivo, che porterà i colori rossoblu alle prossime Olimpiadi di Rio, e rappresentanze di Eurogendfor, del CoESPU e di militari di Forze di polizia estere addestrate dall’Arma, a concreta testimonianza del sempre crescente impegno internazionale dell’Istituzione. Quindi due Reggimenti di Formazione. Il primo, articolato su due Battaglioni e nei cui ranghi prendeva posto la Bandiera di Guerra dell’Arma, era composto da allievi delle Scuole dei vari ruoli, nonché, per l’Organizzazione Territoriale, da una rappresentanza di Comandanti di Stazione e di Carabinieri, di quartiere e non. Non mancavano poi rappresentanze tanto della linea mobile, con militari dell’8° Rgt. “Lazio”, del 7° e 13° Rgt. di Laives e Gorizia, del Rgt. Paracadutisti “Tuscania” e del Gis, che di quella speciale, con rappresentanti dei comparti di specialità (Tutela Salute, Ambiente, Patrimonio Culturale, Lavoro, RaCIS, Politiche Agricole e Alimentari, Antifalsificazione Monetaria), nonché personale dei Servizi aereo e navale con subacquei, degli Squadroni Eliportati Cacciatori Calabria e Sardegna ed unità cinofile. Nella compagnia delle specialità dell’Arma, spiccavano per la prima volta i Caschi Blu della Cultura, di recentissima istituzione. Il secondo Reggimento, interamente montato, comprendeva lo Stendardo, la Fanfara a cavallo nonché tre Squadroni del 4° Rgt. a cavallo ed uno del Rgt. Corazzieri, suddivisi in due Gruppi. Dopo gli onori al Presidente della Repubblica, il commosso omaggio al maresciallo capo Mirarchi, con un minuto di silenzio. È stata quindi la volta del Ministro della Difesa prendere la parola, sottolineando in primo luogo il costante impegno, la dedizione, lo spirito di sacrificio e di solidarietà profusi quotidianamente dai Carabinieri a favore della collettività, come dimostrato dagli atti di valore che di lì a poco sarebbero stati premiati dal Capo dello Stato. Ripercorrendo un anno di impegno dell’Istituzione, il Ministro ha evidenziato come «il Carabiniere del terzo millennio sia un vero e proprio modello di servitore del popolo e dello Stato quanto mai versatile, professionalmente preparato, specializzato ma adattabile, disponibile dal punto di vista umano ma al tempo stesso inflessibile nei principi e nei valori». Un perfetto «figlio del nostro popolo», insomma, parafrasando le parole rivolte dall’allora Comandante Generale Brunetto Brunetti a tutti i Carabinieri in occasione del Referendum del giugno 1946 che portò alla Repubblica. Un popolo con il quale ha «un legame stretto e profondo, fatto di fiducia, consenso, rispetto ed affetto reciproci». In conclusione del proprio intervento, il Ministro Pinotti ha ricordato la figura del maresciallo Giuseppe Giangrande, citando il titolo della sua biografia scritta dal colonnello Roberto Riccardi, Il prezzo della fedeltà, quale vero e proprio paradigma del sacrificio e dell’impegno dei Carabinieri, e più in generale di tutti i servitori dello Stato, a favore della collettività e della democrazia.
È stato poi il significativo momento della testimonianza del Valore dell’Arma attraverso la consegna delle ricompense da parte del Presidente della Repubblica. La prima ad essere decorata è stata, ovviamente, la Bandiera di Guerra, alla quale è stata conferita la Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica per la professionalità e l’impegno profusi nella salvaguardia della salute pubblica, grazie, in particolare, alle moltissime attività preventive e di contrasto del Comando per la Tutela della Salute in perfetta sinergia con i reparti territoriali. A salire poi sul palco, in un clima di palpabile commozione, è stata la vedova del MAsUPS Antonio Taibi, Signora Maria Vittoria, che, accompagnata dai due figli, ha ricevuto la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria conferita al marito. Il maresciallo Taibi, nel gennaio di quest’anno, a Massa, non aveva esitato ad affrontare un uomo che, animato da un delirante risentimento nei confronti del militare per il precedente arresto di un suo figlio, lo aveva ferito mortalmente con un colpo di pistola.

È toccato poi al brigadiere capo Maurizio Seritti e all’appuntato Massimiliano Maialetti essere insigniti di Medaglia d’Oro al Valor Civile per avere, nel luglio 2014 a Tagliacozzo (Aq), salvato quattro persone estraendole dalle macerie dopo un’esplosione in una fabbrica di materiale pirotecnico, riuscendo addirittura, pur investiti dall’onda d’urto, a trarne in salvo una quinta.
Il tenente colonnello Rubertà ha invece ricevuto la Medaglia d’Argento al Valor Civile per avere affrontato e bloccato, dopo una violenta colluttazione nella quale restava gravemente ferito, uno squilibrato che minacciava i passanti con un coltello a Roma, nel settembre del 2014. La medesima ricompensa veniva conferita ad altri due militari: il brigadiere capo Salvatore Cottone, per essere riuscito, nel dicembre 2014 a Villacidro (Ca), a salvare una persona rimasta incastrata fra le lamiere della propria auto che stava andando a fuoco, poco prima che questa esplodesse, e l’appuntato scelto Danilo Massetti che a Cesano Maderno (Mb), nel gennaio del 2015, pur essendo libero dal servizio e disarmato, non aveva esitato ad affrontare un rapinatore armato all’interno di un supermercato, rimanendo gravemente ferito a seguito dell’intervento di un complice che lo colpiva più volte alla testa con il calcio della pistola.
Dopo le Medaglie, il Presidente della Repubblica ha consegnato il tradizionale Premio Annuale a cinque Comandanti di Stazione particolarmente distintisi nel servizio a favore delle comunità affidate alla loro responsabilità. A ricevere l’ambito riconoscimento il MAsUPS Roberto Guasco, Comandante della Stazione di Rivergaro (Pc), il parigrado Dario Stefano Scano, Comandante della Stazione di Torino Po Vanchiglia, il luogotenente Fiorello Rossi, Comandante della Stazione di Jesi (An), il MAsUPS Arturo D’Amico, Comandante della Stazione di Campomarino (Cb) e il maresciallo capo Luigi Di Gioia, Comandante della Stazione di Platì (Rc).
Come da tradizione, la cerimonia si è poi conclusa con l’attesissimo Carosello Storico rievocativo della celebre Carica di Pastrengo, nel corso del quale gli straordinari cavalieri del 4° Rgt. hanno dato vita con consumata abilità alle coreografiche evoluzioni che tanto lustro, da sempre, conferiscono all’Arma.
IL CARABINIERE, LUGLIO 2016