Palazzi & potere
Al centrodestra serve l'"arma di attrazione di massa"

Al centrodestra serve l'"arma di attrazione di massa": primarie sul modello americano, per una vera gara di idee e per dominare l'agenda mediatica. Serve una "X Factor politica"...
Non mi ha convinto l'esordio di Stefano Parisi: troppi centristi, troppa Ncd, troppa Cl, troppi signori in sala con il retropensiero non di fare l'alternativa a Renzi ma al massimo di fargli compagnia. Né, sull'altro versante, mi pare possa bastare al centrodestra, se vuole davvero essere maggioritario, lo "spirito di Pontida": e la Lega deve capire che c'è un pezzo d'Italia che difficilmente vorrà premier chi si abbandona a parole brutali perfino dopo la morte di una personalità del passato.
Per parte nostra, con Raffaele Fitto e i Conservatori e Riformisti, abbiamo organizzato la Convenzione Blu (www.laconvenzioneblu.it): per offrire al centrodestra obiettivi di limpida impronta modernizzatrice, anche con accenti thatcheriani (su tasse e spesa pubblica, pensioni, immigrazione, Europa); per proporre un'occasione di impegno a chi non si sente rappresentato né dall'assemblea parisiana di Milano né dall'adunata salviniana di Pontida; ma soprattutto - e qui sta il punto - per offrire un metodo.
Partiamo dal problema. Un acuto scienziato della politica, Luigi Di Gregorio, da tempo dice (e ha ragione da vendere, a mio avviso) che occorre una “bomba emotiva”. Credo intenda dire che al centrodestra, per come è ridotto, non basta dire cose ragionevoli (ammesso ci riesca). Occorre anche un "impatto" di comunicazione e di emozione che consenta di riguadagnare il centro della scena, oggi saldamente occupata da Renzi e dai Cinquestelle. Serve dunque – lo dico con parole mie - un'"arma di attrazione di massa", serve un "game-changer" che - appunto - cambi i termini della partita.
E (mi spiace ammetterlo, da piccolo "architetto" di programmi e iniziative liberali) non saranno le "issues" e le "policies", non saranno i punti programmatici o la "ineccepibilità" delle cose dette a consentire la rivincita: questi sono ingredienti necessari, ma non sufficienti.
A me pare che un'"arma di attrazione di massa", in tempi di "X Factor" (nel senso proprio del talent-show), possa essere una sorta di "X Factor politica", una gara lunga che faccia emergere idee e capacità, che possa appassionare il "pubblico", e che soprattutto consenta di dominare per un tempo lungo l'agenda mediatica.
Ecco perché le primarie vanno fatte. Ma non come le fece il Pd: una lotteria di un solo giorno, con tanti cinesi in fila, e (a volte) anche con esito precostituito. Vanno fatte sul modello americano: una corsa lunga alcuni mesi, territorio per territorio (qui in Italia, Regione per Regione), dando tempo e modo ai candidati di farsi conoscere, di attaccare ed essere attaccati, di affrontare momenti favorevoli e cadute, di affinare e mettere a punto programmi e proposte, e anche di dare vita a una "drammaturgia", di creare carisma intorno ai partecipanti e al vincitore finale, e anche (scusate se è poco) di alimentare una vera gara di idee: tra chi ha una certa idea su tasse e spesa e chi ne ha un'altra, e così via su immigrazione ed Europa.
Se il centrodestra avrà la forza di accettare qualcosa del genere, forse potrà farcela. Non sarà in pieno la “bomba emotiva” evocata dal professor Di Gregorio, ma può avvicinarvisi, o può comunque produrre effetti “emozionali”. Se invece tutto si ridurrà a indicazioni in stanze chiuse e coalizioni appiccicate all'ultimo momento, l'esito è scontatamente negativo, perfino contro un Renzi azzoppato dall'economia e contro i Cinquestelle azzoppati dalla loro incompetenza.
Daniele Capezzone
Deputato Conservatori e Riformisti
d.capezzone@gmail.com
@capezzone