“Mi sento violentata”. Chiara Casadei, influencer da 1 milione di follower, finisce nel mirino dei forum dell'orrore - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 14:27

“Mi sento violentata”. Chiara Casadei, influencer da 1 milione di follower, finisce nel mirino dei forum dell'orrore

‘Sto male. Questa macchina si deve fermare’. Ecco come Chiara ha scoperto di essere finita su Phica.eu

Di Gabriele Parpiglia

“Mi sento violentata”. Chiara Casadei, influencer da 1 milione di follower, finisce nel mirino dei forum dell'orrore

Il caso di Phica.eu si allarga ancora. Dopo varie denunce e la testimonianza coraggiosa di Camilla, emerge un nuovo profilo di vittima che dimostra come nessuna donna sia al sicuro da questo sistema perverso. Stavolta a parlare è Chiara Casadei, content creator e speaker radiofonica con quasi un milione di follower complessivi tra TikTok (400.000) e Instagram (500.000). Una influencer dal profilo "pulito", che non ha mai pubblicato contenuti ammiccanti o compromettenti. Eppure, anche lei è finita nel mirino del forum dell'orrore.

La scoperta: quando sono le tue follower a salvarti

"Da un paio di giorni è venuta fuori questa cosa di Phica.eu", racconta Chiara. "Mi sono arrivati dei messaggi da alcuni miei follower. Ho un seguito femminile che mi ha avvisata. Hanno iniziato a mandarmi degli screen e mi hanno detto che si sono accorte che su questo sito vengono pubblicate delle fotografie mie e vengono poi commentate in modo veramente osceno."

Ma è la dinamica della scoperta a essere stata emblematica: alcune ragazze che si chiamavano Chiara hanno cercato il proprio nome sul forum "per cercare sé stesse", e invece si sono imbattute in "Chiara Casadei" con tanto di sezione dedicata. "C'era proprio la cartella, non so come chiamarla, la sezione dedicata a me - racconta con disgusto - che detto così è veramente orribile."

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Il paradosso della creator "pulita"

Quello che rende il caso di Chiara particolarmente significativo è il contrasto stridente tra il suo stile comunicativo e l'uso che ne viene fatto sul forum. "Io di foto mie compromettenti non ne ho in giro, anche perché proprio non le scatto. Non mi interessa quel genere di foto", spiega.

"Al massimo ne ho in costume, ma mai ammiccante, proprio non è il mio stile. Zero." Ma per i frequentatori di Phica.eu non importa: "È proprio il modo in cui le utilizzano. Loro prendono delle tue foto, anche una normalissima in bikini, magari in hotel, oppure la foto in cui fai la linguaccia, e le pubblicano su questi forum con il nome dell'influencer o della ragazza".

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Violazione dell'immagine: "È come se ti avessero violentato"

L'impatto psicologico è devastante, anche per chi ha un profilo pubblico consolidato. "Mi sento male perché io di mio non vorrei mai essere avvicinata a un contesto simile in cui vengo sessualizzata", confessa Chiara.

"È proprio un mondo distante da me e non voglio averci a che fare. Vedere che delle mie foto prese dai social vengono utilizzate senza il mio consenso, e leggere quei commenti osceni… è veramente un'umiliazione pubblica". Le parole di Chiara continuano e riecheggiano quelle di tutte le vittime: "È da voltastomaco leggere quelle cose, proprio ti senti violata, è come se ti avessero violentato."

Il pescaggio sistematico: nemmeno Threads è sicuro

Quello che emerge dalla testimonianza di Chiara è l'ampiezza del sistema di raccolta delle immagini. "Alcune foto le hanno prese addirittura da Threads, e io che pensavo che nessuno lo usasse più!", rivela incredula. "A volte pubblicavo dei selfie che non avevo messo su Instagram. Pescano da ovunque." Questo dettaglio svela quindi un aspetto inquietante: il monitoraggio sistematico di tutte le piattaforme social, anche quelle considerate "minori" o meno frequentate. Nessuno spazio digitale è al riparo da questa attività predatoria.

La rete di solidarietà femminile e il business parallelo dell'orrore

Un elemento positivo che però emerge dal racconto di Chiara è la solidarietà spontanea che si è creata tra le donne sui social. "Le ragazze che mi hanno mandato gli screen, che mi hanno scritto per avvisarmi, mi dicevano: 'Secondo me dovresti denunciare la cosa'", racconta e questa rete di supporto reciproco sta diventando fondamentale per far emergere il fenomeno e sostenere le vittime. Ma c'è un aspetto ancora più grave che si sta delineando. Come già emerso in altri casi, le foto rubate non rimangono confinate ai forum: "Alcune le stanno mettendo su OnlyFans e le vendono a 20 euro."

Insomma, un vero e proprio business dell'identità rubata: foto prese dai social, utilizzate per creare profili falsi su piattaforme a pagamento, vendute come contenuti "esclusivi" all'insaputa delle vere proprietarie dell'immagine.

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Il ricatto del selfie: la strategia per scoraggiare le vittime

Inizialmente Chiara non sapeva come muoversi: "Non sapevo bene che cosa fare perché non mi ero mai trovata in una situazione così", ammette. Ma attraverso la sua rete di contatti è riuscita ad avere informazioni precise su come comportarsi con gli amministratori del forum.

"So che per far togliere le foto bisogna scrivere a un indirizzo e-mail specifico", spiega Chiara, condividendo quello che ha imparato. "Ma loro ti rispondono ricattandoti, perché ti dicono di mandare un selfie con il logo del sito. Solo così, sostengono, toglieranno le foto." È una strategia cinica e calcolata: "In questo modo molte ragazze desistono: perché mandare un selfie addirittura con il logo del sito? È umiliante e degradante. Quello che fanno è un ricatto vero e proprio”.

Ma esiste una contromossa efficace: "Se altre desistono, alcune invece rispondono che se non rimuoveranno le foto, si rivolgeranno al Garante della Privacy e denunceranno il tutto ai Carabinieri. Insomma, è fondamentale non cadere nel tranello: un selfie con il logo, per loro è un'altra foto da utilizzare, oltre che un'ulteriore umiliazione.

"Poi magari fai chiudere giù questo sito, ma domani ne nasce un altro"

Nonostante la volontà di reagire, Chiara è consapevole della complessità del problema: "A denunciare ci provo, poi, magari davvero succede qualcosa e chiudono il sito, ma domani ne si crea un altro e tu neanche lo sai". La stessa identica frustrazione espressa da tutte le vittime: la sensazione di trovarsi di fronte a un'idra che rigenera continuamente le sue teste. Ma la determinazione non manca: "Magari parlandone il caso si allarga di più, più persone ne prendono consapevolezza e probabilmente si riesce ad arrivare a una soluzione del problema."

Un fenomeno che non risparmia nessuna

Il caso di Chiara dimostra che il sistema di Phica.eu e dei forum simili non fa distinzioni. Non importa se sei una creator "pulita" o se pubblichi contenuti provocanti, se hai un milione di follower o sei una ragazza qualunque: l'obiettivo è sempre lo stesso, trasformare l'immagine femminile in oggetto di consumo sessuale senza consenso.

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La testimonianza di Chiara si aggiunge quindi a quelle di Camilla e delle centinaia di altre donne che stanno trovando il coraggio di denunciare; una voce in più in un coro che sta diventando sempre più forte, nella speranza che le istituzioni inizino finalmente ad ascoltare e ad agire con la dovuta determinazione. Perché, come dice Chiara con amara lucidità: "Se questi qua poi si mettono a utilizzare l'intelligenza artificiale, fanno girare delle foto magari anche modificate... che cavolo ne sai di cosa può succedere."

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