Palazzi & potere
BREXIT!
L’uscita effettiva della Gran Bretagna dall’U.E. si realizzerà lentamente, a malgrado della insistenza da parte dei partners rimasti, ma intanto i responsabili degli stessi, sembrano essere improvvisamente in preda ad una autentica frenesia. Proclamano, ad alta voce, che l’Unione deve assolutamente e immediatamente, cambiare registro e fare quello che per tanto tempo non ha fatto. Tale atteggiamento lascerebbe supporre che l’uscita inglese sia stata determinata dalla incapacità dell’Europa di realizzare iniziative per il lavoro, la ripresa economica, la soluzione dei problemi dell’immigrazione ecc., per cui è necessario correre ai ripari. Non è così! Gli Inglesi, hanno votato l’uscita, peraltro a seguito di una risicata maggioranza e in gran parte senza averne coscienza e conoscenza, per ragioni diverse, quasi contrarie. Infatti le ragioni addotte per il Brexit, sono dettate da malintesi rigurgiti di autonomia e di grandeur.
Perché allora tanto improvviso zelo da parte dei responsabili politici dei 27 Stati rimasti, soprattutto di Germania, Francia e Italia, per una revisione dell’assetto europeo, in termini di forti iniziative e responsabile collaborazione? Tali esigenze erano presenti anche prima della decisione inglese, che, peraltro non è stata determinata dalla mancanza di incisività ed iniziative da parte della U.E.. Dove erano la settimana scorsa? E se il Brexit non fosse passato, in quel caso, non sarebbe stato necessario alcuna revisione della istituzione U.E.?
Interpretando una farsa politica, volendo dimostrare una forte capacità di reazione e una immagine di responsabile efficienza, i vari capi da Holland alla Merkel a Renzi, hanno gridato alla necessità di dar vita, finalmente, ma immediatamente, ad una “vera Unione Europea” forte e decisa sul piano politico, su quello economico e su quello della sicurezza.
Tra l’altro, la realizzazione concreta delle conseguenze del Brexit, al di là delle solite speculazioni economiche nelle borse, avverrà in due anni, non subito, come l’atteggiamento del politici sembra voler fare intendere.
La farsa ha avuto il suo momento esaltante nel Consiglio Europeo in fretta programmato. Considerando la frenesia che lo ha preceduto, ci si sarebbe atteso qualche incisiva decisione sugli argomenti indicati come essenziali. Invece, come era facile prevedere, nella bozza di dichiarazione emessa al termine, si fa solo qualche generico accenno agli stessi, del tipo: ” si sottolinea la necessità di fare di più per la sicurezza”. Sic! A malgrado di tutto l’agitarsi, le cose son rimaste al punto di prima.
Non poteva mancare anche, una bella comica finale: mentre il Parlamento Europeo, il Presidente della Commissione, i capi dei singoli Stati e lo stesso Consiglio Europeo, tutti certamente non auspicanti, prima del referendum, l’uscita della Gran Bretagna dalla U.E., hanno ripetutamente chiesto un immediato avvio delle procedure di uscita, gli inglesi che hanno votato in maggioranza per l’uscita, stanno traccheggiando, affermano di voler comunque mantenere stretti contatti con l’U.E. e ritardano l’inizio delle procedure di distacco. Altro paradosso!
Gen. Luigi Ramponi
*Già Comandante generale della Guardia di Finanza e Direttore del SISMI. È membro della Trilateral