Palazzi & potere
Caso Consip e Capitano Ultimo: nessuno si farà male

Non so se hanno toccato il Giglio magico e si sono bruciati, ma se 35 carabinieri lasciano l'Aise e se ne tornano volontariamente nell'Arma dei Carabinieri insieme al colonnello Sergio De Caprio, forse la vicenda è un po' diversa da come ce la raccontano, scrive Francesco Bonazzi su Linkedin. Cominciamo col dire che c'è stata una decisione congiunta del ministero della Difesa, degli Interni e della Presidenza del Consiglio che hanno ritenuto grave la presunta attività di alcuni uomini di Ultimo (3-4 massimo) sul caso Consip, senza averne informato il direttore dell'Aise Giancarlo Manenti.
Il direttore del servizio interno ha quindi convocato tutti i 35 carabinieri della divisione sicurezza e, quasi scusandosi con molti di loro che non avevano fatto nulla di male, li ha invitati a fare domanda di rientro nei carabinieri. Cosa che hanno prontamente fatto, a cominciare da Ultimo il quale ha pienamente ragione a dire che nessuno lo ha buttato fuori. Rientrati nell'Arma, i quattro presunti "impiccioni" non avranno alcun procedimento disciplinare, al pari del capitano Scafarto e del colonnello Sessa, che stavano al Noe. Infatti Scafarto e Sessa hanno chiesto anche loro, spontaneamente, il trasferimento in posizioni non operative dopo esser finiti sul registro degli indagati.
E perché non ci sono stati, al momento, i procedimenti disciplinari che in altri casi sarebbero stati scontati? Perché sottoporre a procedimento disciplinare ufficiali indagati quando anche il comandante generale, Tullio Del Sette, è indagato per la fuga di notizie sull'inchiesta Consip del pm Woodcock, farebbe ridere tutta l'Arma e mezza Italia.
Indagati che processano altri indagati: una barzelletta, ma vera. Quindi, almeno per ora, soluzione all'italiana decisa ad alto livello Con tutte le ipocrisie e le omertà che ne conseguono. Diciamolo, per una volta Luca Lotti e Matteo Renzi c'entrano poco.