Donald Trump ha scelto: Mike Pence sarà il suo vicepresidente - Affaritaliani.it

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Donald Trump ha scelto: Mike Pence sarà il suo vicepresidente

Donald Trump ha sciolto le riserve indicando il governatore dell’Indiana Mike Pence come suo vicepresidente, nel caso in cui dovesse vincere le presidenziali di novembre. Pence ha surclassato così il governatore del New Yersey, Chris Christie, e l’ex speaker della Camera, Newt Gingrich.

Classe 1959, Pence è nato a Columbus, Indiana. Dopo il diploma all’Hanover College nel 1981 ha frequentato l’Università McKinney di Indianapolis, dove si è laureato in legge nel 1986. Candidato senza successo alle elezioni per la Camera dei Rappresentanti nel 1986 e poi nel 1988, è stato eletto nel 2001 ed è rimasto al Congresso fino al 3 gennaio 2013, quando ha scelto di correre per la carica di Governatore dell’Indiana, dove è stato eletto.

Sulla scelta di Pence deve aver pesato molto il parere dello staff di Donald Trump, a cominciare da Paul Manafort, spin doctor di Trump e suggeritore già di Gerald Ford, Ronald Reagan, i due Bush, fino a John McCain. Manafort è un manager e lobbista di grande esperienza politica, chiamato a gestire la fase finale della campagna presidenziale per tranquillizzare il partito repubblicano, dopo che il precedente spin doctor, Corey Lewandowski, aveva spinto troppo in avanti Trump con discorsi al vetriolo che avevano spaventato non poco il Grand Old Party. Il partito ha invece dimostrato di apprezzare molto il nuovo corso, di cui Pence è ora il simbolo.

Trump non conosce molto bene il governatore dell’Indiana, che si è avvicinato al tycoon newyorchese solo dopo la vittoria nel suo Stato, dove “The Donald” si è imposto con 18 punti di vantaggio su Ted Cruz, il quale proprio in seguito a quel risultato si è ritirato dalla corsa per le presidenziali, il 4 maggio 2016. Fino ad allora, Pence aveva sostenuto Cruz e boicottato invece Trump. Il che non deponeva in suo favore. Oltretutto, Trump e Pence si saranno incontrati sì e no quattro o cinque volte prima delle primarie in Indiana. Troppo poco tempo per far scattare un’intesa politica.

Vedremo cosa porterà in dote il governatore e possibile vice di Trump e soprattutto come se la caverà nella volata finale per la Casa Bianca. Considerato anche che i due hanno visioni opposte in politica estera (Pence era a favore dell’invasione in Iraq tanto criticata da Trump, ed è retoricamente ostile alla Russia, al contrario delle affermazioni in tal senso di The Donald) e anche sulle regole del commercio (Trump è tendenzialmente protezionista, Pence un globalista convinto). Ma almeno concordano su come combattere il terrorismo islamico e sulla protezione ad ogni costo di Israele.

La scelta di Mike Pence definirà d’ora in avanti lo stile politico che Donald Trump intenderà adottare se sarà eletto presidente e l’immagine che il suo staff pensa di dover proiettare intorno a lui. Dunque, anzitutto la ritrovata concordia con tutto il partito repubblicano, compresa l’ala più conservatrice. L’appoggio incondizionato del Grand Old Party, infatti, non può venir meno di qui a novembre, se i repubblicani vogliono davvero vincere la partita per la Casa Bianca.
 

Luciano Tirinnanzi,
Direttore Lookout News (G-Risk company)