Era pm e consulente: i fascicoli su Boschi taciuti da Rossi al Csm - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Era pm e consulente: i fascicoli su Boschi taciuti da Rossi al Csm

Uno schema semplice: due colonne. Da una parte le date di apertura e archiviazione dei fascicoli in cui è stato indagato Pier Luigi Boschi. Dall' altra gli step della consulenza ottenuta dal procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, a luglio 2013 con il governo di Enrico Letta e rinnovata con l' esecutivo Renzi (subentrato nel febbraio 2014) fino al 31 dicembre 2015.

Le due colonne sono nelle mani della Prima commissione del Csm che deve valutare l' eventuale incompatibilità ambientale per il magistrato.

L' elenco dei procedimenti in cui il papà del ministro Maria Elena è stato indagato o coindagato, contiene dieci fascicoli, dal 2000 al 2014, tutti per reati fiscali, nove già archiviati. Di questi, quattro direttamente seguiti da Rossi.

Uno schema chiaro: quando Rossi era consulente del governo Renzi esistevano delle indagini in sospeso a carico di Boschi. C' era un conflitto di interessi? Il magistrato non lo ha ravvisato, tanto da non averne informato il Csm neppure quando, finito sotto procedimento per incompatibilità, è stato sentito dalla Prima commissione. Alle domande su eventuali rapporti, conoscenze con la famiglia Boschi, ha risposto che non ne aveva avuti. Silenzio sulle indagini archiviate, quindi senza il vincolo del segreto istruttorio.
Le due colonne raccontano, come scrivono sul Fatto antonella mascali e davide vecchi, che il procuratore ha indagato Boschi per estorsione e ne ha chiesto l' archiviazione il 7 novembre 2013, con ancora Letta al governo, ottenendola il 4 novembre 2014, con Renzi premier e Maria Elena Boschi ministro.
Inoltre, per dichiarazione infedele, il procuratore indaga Boschi il 17 dicembre 2013 (governo Letta) ma chiede l' archiviazione per mancato raggiungimento della soglia di punibilità, il 15 aprile 2014 (governo Renzi). Il gip decreta l' archiviazione il primo dicembre 2014.