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Palazzi & potere
Governo, Conte si gioca tutto in Europa. Si muove anche il Colle

Accordo fatto con l'Europa? Alla Presidenza del Consiglio tengono alta la vigilanza e non danno nulla per scontato. Si muove la potentissima diplomazia parallela del Quirinale. Ma si teme il trappolone: ha destato sconcerto l'invito della seconda banca tedesca, la Commerzbank, a vendere titoli di stato italiani. Per Commerzbank l'Italia rischia il "downgrade a junk": mondezza. Il timore che serpeggia è che all'estero in realtà abbiano ben poca voglia di aiutare l'Italia se non a prezzi da "strozzinaggio" e che in realtà si punti ad accaparrarsi a prezzi di saldo i gioielli economico-finanziari del belpaese. Ma anche a mettere le mani su settori vitali per la penisola come la cultura e il turismo.

 

Con la benedizione del Quirinale (che come mai in questi giorni ha attivato la sua potentissima diplomazia parallela con i Capi di Stato europei a protezione del paese) si va verso un compromesso con Bruxelles: l'ipotesi è quella di un Mes riveduto e corretto, un buon pacchetto di aiuti per la disoccupazione e una manciata di bond light, limitati all'emergenza sanitaria. Ciononostante dalle parti di Palazzo Chigi si continua a temere il "trappolone"; per questo Conte, che si gioca la reputazione di una vita al tavolo della trattativa con la Ue, tiene alta l'attenzione sulla vicenda e continuerà il suo percorso di interviste alla stampa straniera per spiegare le sue proposte all'opinione pubblica internazionale, in particolare a quella dei paesi più renitenti. In particolare, gli sherpa di Palazzo non hanno affatto preso bene l'invito della seconda banca tedesca, la Commerzbank, a vendere titoli di stato italiani (Btp). Anche perché è una banca partecipata direttamente (al 15%) dallo stato tedesco. Insomma, "in questa fase della vita pubblica europea se lo potevano risparmiare" fanno notare le medesime fonti. Per Commerzbank l'Italia rischia il "downgrade a junk", cioè mondezza. Per questo negli uffici della Presidenza del Consiglio tengono alta la vigilanza e non danno nulla per scontato: "Ci riserviamo comunque di alzarci dal tavolo se l'accordo non sarà soddisfacente". Il timore che serpeggia è che all'estero in realtà abbiano ben poca voglia di aiutare l'Italia se non a prezzi da "strozzinaggio" e che in realtà si punti ad accaparrarsi a prezzi di saldo i gioielli economico-finanziari del belpaese. Ma anche a mettere le mani su settori vitali per la penisola come la cultura e il turismo.

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