Palazzi & potere
Il documento del governo: "Il voto all'estero è truccato"

Con la lotta fra il Sì e No che si decide in volata, il verdetto sul referendum costituzionale italiano potrebbe essere decretato all' estero, per la precisione, dai 4 milioni e 23 mila italiani residenti fuori dai confini e iscritti all' apposita anagrafe. Il governo ha intuito subito l' importanza degli italiani all' estero: ministri e politici - l' apripista fu Maria Elena Boschi - omaggiano i connazionali e promettono finanziamenti.
Il verdetto referendario, scrive il Fatto, è appeso a un sistema "totalmente inadeguato, se non contrario ai fondamentali principi costituzionali che sanciscono che il voto sia personale, segreto e libero", scrive l' ambasciatrice Cristina Ravaglia in un documento riservato del ministero degli Esteri che Il Fatto ha visionato.
Dopo una solida carriera diplomatica costruita negli uffici di Madrid, Varsavia, Buenos Aires e Monaco di Baviera, da quattro anni e con cinque ministri, Ravaglia è il direttore generale della Farnesina per gli italiani all' estero e le politiche migratorie. In sostanza: è il massimo conoscitore della legge Tremaglia, dei suoi limiti, trucchi, difetti. All' indomani delle elezioni Politiche del 2013, l' ambasciatrice Ravaglia firma un appunto per il ministro Giulio Terzi di Sant' Agata e denuncia "gli effetti potenzialmente distorsivi dell' impianto vigente", ma propone anche degli interventi immediati per rafforzare i controlli (e magari allestire dei seggi). In copia, ci sono Presidenza della Repubblica e del Consiglio, più i sottosegretari Staffan de Mistura e Marta Dassù.