IMMIGRAZIONE: FACILE FARE GLI ACCOGLIENTI CON LE PERIFERIE DEGLI ALTRI… - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

IMMIGRAZIONE: FACILE FARE GLI ACCOGLIENTI CON LE PERIFERIE DEGLI ALTRI…

Mi spiace farlo osservare. E – please – non si dica che si tratta di “demagogia”. Al contrario, è un ragionamento e insieme una micro-analisi sociale: che ovviamente si può condividere o no, ma ha poco a che fare con la demagogia.

 

Il punto è che la gran parte delle personalità pubbliche che si esprimono per l'accoglienza:

1. non accoglierebbero a casa loro nessun altro, se non “pari grado" di establishment;

2. hanno al massimo il "problema" del mutuo della terza o quarta casa;

3. non mi sembrano (indipendentemente da ragioni e torti) adatti a capire rabbie e paure di chi nelle periferie ci sta per davvero.

 

Lo ripeto ancora, a scanso di equivoci e “etichette”. Nessun populismo, ma una sconsolata constatazione di come le nostre élites non riescano proprio a mettersi nei panni dei ceti medi e medio-bassi.

 

Nessuno pretende che condividano e facciano proprie le preoccupazioni di quegli strati di popolazione così diversi da loro: ma almeno che li capiscano, ma almeno che cerchino di comprenderli anziché stare con il ditino alzato a giudicarli.

 

Vale per Brexit, per Trump, per lo stesso referendum italiano del 4 dicembre: il nostro establishment non aveva capito come sarebbero andate a finire le cose proprio perché ha perso da tempo il contatto con la realtà.

 

Lo dico brutalmente. E’ facile gridare contro il razzismo dalle terrazze del centro di Roma, di Trastevere, dei Parioli. E’ facile essere accoglienti con le periferie degli altri. E’ facile essere pro-integrazione restando a distanza di sicurezza, nel convegno pre-aperitivo, nell'intervista a Repubblica, nel forum in redazione…

 

Daniele Capezzone

d.capezzone@gmail.com

@capezzone