Palazzi & potere
L’Olanda in extremis si risveglia

Molti Olandesi questa volta non sono stati “politicamente corretti” e hanno tirato una cannonata al trattato di associazione dell’Ucraina all’Unione Europea, mettendo sulla graticola il governo lib-lab del premier Mark Rutte, attuale Presidente di turno dell’UE.
La marea montante contro una possibile futura invasione di nuovi immigrati, unita alla paura di essere la sede del “klein kalifaat”, il piccolo califfato d’Europa, e alla decadenza economica, ha portato a galla un’opinione pubblica sempre più critica verso l’Europa e soprattutto riluttante ad assumersi gli oneri della controversa adesione all’Unione di un paese in guerra.
I martellanti interventi intimidatori di Junker e colleghi non sono serviti ai fans dell’Europa. Ma l’ultima parola non è ancora detta, poiché i risultati ufficiali usciranno solo il 12 aprile e fonti riservate parlano già di errori nei conteggi che permetterebbero, così, al governo di dribblare l’evidente risultato.
Nonostante ciò, il referendum rischia di trasformarsi, insieme al recente voto dei lander tedeschi e alla possibile Brexit del 23 giugno, in un plebiscito contro il baluardo europeo del libero movimento delle persone.
Prof. Arduino Paniccia
Direttore ASCE Scuola di Competizione economica internazionale di Venezia e Docente di Studi Strategici