La Cina punta a conquistare i porti italiani, dopo Pirelli, Milan e Inter
Dopo aver ceduto gioielli ai francesi e dato l' anima ai tedeschi apriamo le porte a Pechino, che già ha un terzo di rete telefonica
Prima abbiamo venduto i nostri gioielli alla Francia. Bnl, Cariparma, Edison, Parmalat e parecchi marchi di lusso, uno su tutti, Gucci. Fincantieri ha addirittura pagato per avere il controllo dei cantieri transalpini Stx per poi vedersi congelare il controllo da Macron, scrive Libero.
Poi abbiamo dato l' anima per i tedeschi. Ci hanno fatto una testa tanta per imporci l' austerity. Mario Monti, quando si insediò a Palazzo Chigi, applicò alla lettera il mandato della signora Merkel: stangare gli italiani, in modo da indebolirli, far credere loro di essere i malati d'Europa così da far aprire il portafoglio a Palazzo Chigi, come se dovesse scusarsi per non essere virtuoso. Alla fine quel denaro, frutto di riforma pensioni, Imu e accise record sui carburanti ha permesso alla banche francesi e tedesche di salvarsi dal tracollo greco e spagnolo. Mentre i nostri istituti, complici manager e clienti da condannare, sono finiti gambe all' aria, dato che la recessione è arrivata veramente. Con conseguente precipitare della fiducia. Ora ci prepariamo a farci colonizzare dalla Cina. Quattro ministeri hanno avviato tavoli operativi per stabilire prezzo, tempi e modi per la cessione dei porti italiani a Pechino. Il Dragone ha un piano ambizioso: investire 1000 miliardi di dollari in 60 Paesi euro-asiatici-africani per diventare la più grande potenza mondiale attraverso nuove infrastrutture, energia comoda e un grande mercato aperto.
I porti ai cinesi, continua Libero, fanno parte di un piano ben definito, partorito da Prodi oltre 10 anni fa: trasformare l' Italia nella porta d' ingresso del Dragone in Europa. Adesso il progetto del Professore si sta realizzando. Non dimentichiamo che un terzo della rete telefonica italiana è in mano asiatica, con i colossi Huawei e Zte sempre più affamati di infrastrutture. Hanno rilevato i ripetitori di Wind-Tre e stanno aiutando Open Fiber, società voluta dal governo italiano con Enel, per cablare con nuova tecnologia le città italiane. Le lanterne rosse illuminano già il 35% di Cdp Reti, la cassaforte dei cavi tricolore. Ma gli altri Paesi non sono così aperti come l' Italia: in Inghilterra, Australia o India non si sognano di far entrare i cinesi nella gestione delle reti, dove passano le informazioni di un Paese. Invece noi non ci facciamo scrupoli di mettere in discussione la sicurezza nazionale Quella cinese è una conquista morbida. Si muovono lentamente, senza far rumore. Hanno preso Pirelli, il Milan, l' Inter Eppure non senti mai che si lamentino. Quasi non parlano. Intanto comandano. Sempre di più.