Palazzi & potere
Le ragioni del NO, i motivi del SI

Ad Affaritaliani il costituzionalista Celotto
Da settimane vado in giro a spiegare le ragioni del NO. Licei, parrocchie, università, associazioni, comuni, sezioni di partito, case private. Giornali, radio, tv. E’ toccante la voglia di capire e di approfondire delle persone.
D’altra parte, il referendum che ci aspetta il prossimo 4 dicembre è tecnicamente complicato. Si modificano 54 articoli della Costituzione, incidendo in modo significativo su bicameralismo, regioni, province, decreto-legge, referendum e altro ancora. E per votare consapevolmente bisogna capire.
Mi ostino a spiegare la contraddittorietà di un Senato che diventa federale in uno Stato più centralista di prima. La finta abolizione delle Province, dato che restano gli “enti di area vasta”. I dubbi sulla scarsa rappresentatività del Senato. La inutilità di un bicameralismo quasi paritario. La non semplificazione del procedimento legislativo. I rischi per il nuovo quorum di elezione del presidente della Repubblica. E così via.
Ma ad ogni dibattito mi sorprendo nello scoprire i veri motivi per cui si orienta al SI o al NO.
Non riuscendo a sintetizzare i contenuti della riforma, per la gente è molto più semplice cercare un proprio motivo nel contesto politico-istituzionale e scegliere.
Così ascolto persone orientate al SI:
perchè altrimenti Renzi cade e non si sa che succede;
perchè altrimenti non si cambia mai più la Costituzione
per bloccare l’avanzata dei 5 stelle
per risparmiare
perchè la Boschi è una bella ragazza
perchè D’Alema e Fini sono antipatici
perchè il NO è da conservatori, gufi e barbagianni
perchè lo ha detto Obama
perche altrimenti si perdono posti di lavoro e punti di PIL (Confindustria)
per un’applicazione omogenea sul territorio nazionale della legge sull’aborto e del piano contro la violenza o una distribuzione equilibrata degli asili nido (150 donne per il SI)
perchè Crozza vota NO
D’altra parte si vota NO:
per far cadere il Governo
perchè Renzi è antipatico
perchè l’Italia ha problemi ben più gravi e seri e il Governo non li affronta
perchè tanto mangeremo lo stesso il panettone
perchè mi piacciono Fini e D’Alema
perchè la Boschi non ci capisce
perchè è meglio non cambiare
perchè comunque qua rubano tutti
per evitare svolte direttoriali (il mitologico “combinato disposto”)
perchè non ci capisco niente
perchè Crozza vota NO
Ma allora vale la pena davvero di continuare a spiegare il nuovo Senato e ad accapigliarsi e sulle competenze regionali per altre tre settimane? O in fondo dobbiamo soltanto riconoscere che nel 1974, anche a fronte di un quesito chiaro e univoco, in tanti andarono a votare NO alla abrogazione della legge sul divorzio soltanto per contrastare la Chiesa cattolica?
Alfonso Celotto
*Prof. Diritto costituzionale Università Roma 3