Palazzi & potere
Malumori al Consiglio di Stato per le nomine del premier

Fuoco incrociato sugli "amici di". Il Consiglio di Stato medita il veto sulla nomina di Fabio Bartolomeo, amico di Angelino Alfano; mentre tra le fila dem si affilano le lame in vista del grande scontro sul futuro dell' imprenditore Marco Carrai. Con un piede nello staff di Palazzo Chigi e con l' altro sul trampolino per un futuro da Sottosegretario con delega ai servizi. Sembra di assistere ad una puntata della fortunatissima serie tv «Il Trono di Spade» dove influenti lord stringono alleanze, firmano tregue e dichiarano guerre per contendersi lo scettro sui sette regni. Parimenti, scrive il tempo, nella realtà grandi potentati cercano di salvaguardare il dominio sul proprio territorio. È il caso del Consiglio di Stato dove, a fine aprile, è giunta la lista dei nomi che il Premier intende nominare al Consiglio di Stato. È consuetudine infatti che il Governo invii alle alte sfere di Palazzo Spada una missiva in cui si chiede di esprimere un gradimento sui nomi che Palazzo Chigi intende ratificare in Cdm. Un formalità per tastare il terreno ed evitare figuracce. Una tradizione che anche Matteo Renzi ha onorato spedendo ad Alessandro Pajno la lista con i nomi. Come anticipato da Il Tempo c' è la vigilessa molto vicina al Premier, Alessandra Manzione, Paolo Aquilanti, braccio operativo del Ministro MariaElena Boschi, Saverio Capolupo, Doris Lo Moro, Giuseppina Carluccio, Daniele Ravenna, Antimo Prosperi, Fabio Bartolomeo, Giuseppe Mineo e Lanfranco Tenaglia. Trai corridoi di Palazzo Spada è scoppiato il putiferio. «Nomi deboli e qualcuno decisamente incompatibile» dice un consigliere di Stato. È il caso di Fabio Bartolomeo, direttore generale delle statistiche al Ministero della Giustizia. La sua nomina sarebbe in quota Angelino Alfano. Se, ad esempio, su Alessandra Manzione il Consiglio di Stato potrebbe fare uno strappo alla regola interna che pone un limite di età per l' ingresso (55 anni, mentre la Manzione ne ha 50), su Bartolomeo i giudici contabili hanno fatto intendere che non ci sarà alcuno sconto. Il dirigente infatti è laureato in economia aziendale e dunque gli mancherebbero i requisiti essenziali per sedere a Palazzo Spada, oltre ad avere appena 47 anni. La lista sarebbe tornata dunque al mittente, Matteo Renzi, con il suggerimento di depennare l' amico «per niente qualificato» del Ministro all'Interno. Perplessità sono state espresse anche sul nome di Antimo Prosperi, capo della VI direzione del Dipartimento del Tesoro e amministratore della Consip. E poi si temono le deroghe. Il Governo potrebbe pretendere di conferire l' incarico a Paolo Aquilanti (quota Boschi) e poi pretenderne il rientro immediato a Palazzo Chigi. Ma il rebus Consiglio di Stato non è la sola gatta da pelare nelle mani di Matteo Renzi. Sarebbe pronta per essere ratificata la nomina all' interno dello staff di Renzi di Marco Carrai, con delega al big data, che in gergo dei servizi vuol dire ficcare il naso nei dati dei cittadini. C' è chi giura che si tratterebbe di un trampolino per un progetto ben più ampio. In molti, tra idem, danno per certo un mini rimpasto post ferie e tra le poltrone in ballo ci sarebbe proprio quella di Marco Minniti, Sottosegretario con delega ai servizi. È risaputo che il rapporto tra i due, dopo un colpo di fulmine iniziale, si è molto raffreddato. Sul «caso Carrai» infatti il senatore si è dimostrato rigido e per nulla disposto alla mediazione. La sua postazione, messa fortemente in dubbio, potrebbe andare proprio a Marco Carrai.