Nel 2019 il settore della moda ha visto i primi 100 brand del mondo fatturare complessivamente 280 miliardi di dollari, prima dell’obbligatoria contrazione sui numeri assoluti che ha portato il Covid, scrive MontenapoDaily (https://montenapodaily.com/2021/02/03/moda-il-trend-del-futuro-sempre-piu-social-e-digital/). Ma come si è trasformato il mondo della moda nel 2020? Secondo Katiuscia Terrazzani, country manager di Ayming, il settore si è proiettato ancora più sul futuro. Per sua natura infatti il fashion cerca di anticipare i tempi, operando con una o due stagioni di vantaggio.
Il 2020 con le sue indiscutibili difficoltà ha rappresentato l’occasione per la moda per reinventarsi, mettendo in discussione strutture consolidate. Nel mondo del fashion, l’Italia è da sempre un mercato di eccellenza: tra i primi 100 brand del lusso al mondo, ben 22 sono italiani secondo lo studio annuale Global Powers of Luxury Goods di Deloitte, cosa che pone la Penisola al primo posto come presenza in classifica.
A livello di fatturato, l’industria italiana del tessile-abbigliamento-accessori rappresenta il 41% della produzione europea, di gran lunga superiore rispetto a Germania e Francia, con oltre il 60% della produzione di alta gamma realizzata in Italia. Se però da un lato si parla di un mercato enorme, che nel 2019 ha fatturato oltre 70 miliardi di euro e vale l’1,2% del Pil nazionale, Terrazzani sottolinea anche come tra le 338.000 aziende distribuite sul territorio che a vario titolo ne fanno parte, molte sono di dimensioni piccole e medie, andando a rappresentare ben 1 milioni dei addetti. Per questo, si tratta un settore che anche a livello macro ha il suo forte peso sul tessuto produttivo ed economico italiano.
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