Palazzi & potere
Napolitano nel team del leader? La sinistra pd: non sia un derby

La sfida di ottobre, è partita la caccia ai nomi anche fuori dal cerchio renziano.
C' era una volta il "comitato dei 42" del governo Letta che doveva fare le riforme e cambiare la Costituzione. Impresa svolta poi dal successivo esecutivo di Matteo Renzi, che ha fatto tesoro dei lavori di quel comitato, voluto e benedetto da Giorgio Napolitano, e dal quale adesso Renzi pensa di attingere un bel po' di nomi per i comitati del "Sì" al referendum.
Solo 4 di quei 42 hanno firmato il manifesto per il no passato alle cronache come comitato dei 56, gli anti-Renzi anti-riforme, se ne desume che la maggior parte erano e sono rimasti favorevoli, e tra questi ci saranno i componenti che dovranno dare la spinta per il sì nelle urne. Ne facevano parte personaggi come Luciano Violante e Augusto Barbera, nel frattempo quest' ultimo è stato eletto alla Consulta dove ha raggiunto il suo amico Giuliano Amato (che viene dato anche lui tra i favorevoli), mentre per l' ex presidente della Camera si prospetta un ruolo di primo piano nel futuro comitatone del sì al referendum. Si parla, scrive il messaggero, anche di Pierluigi Castagnetti per parte cattolica, quindi di Sergio Zavoli, di Franco Bassanini, e soprattutto di Arturo Parisi, padre nobile dell' Ulivo nonché autore delle tesi uliviste più spinte in materia di bipolarismo e di leggi elettorali e di riforme in quella direzione. Su tutti svetterà il nome di Giorgio Napolitano, il Presidente che più ha premuto perché l' operazione riforme andasse in porto, probabilmente non con compiti operativi diretti, ma come ispiratore, padre nobile della riforma.