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Palazzi & potere
Non sparate sul soldato Benigni

Ma perché Roberto Benigni non può essere libero di dire tranquillamente quello che pensa, senza che qualcuno gli dia del venduto, del traditore o peggio ancora del servo? 

Non ne faccio una questione politica. Non so ancora cosa voterò al referendum. Per una volta voglio fare il bravo cittadino, quindi non mi farò trascinare nel giochino delle simpatie o delle antipatie per questo o quel partito. Sto studiando la riforma, me la sto facendo spiegare dal professor Federico Girelli, docente di diritto costituzionale all'Università Niccolò Cusano, e da qui al 4 dicembre voglio davvero capire che cosa sarà meglio votare. Per la nostra Costituzione e per il nostro futuro, però. Non per qualche pregiudizio, renziano o antirenziano che sia.

Di certo, in molti non hanno capito che in questo momento (in cui il no è in vantaggio ben più di quanto dicano i sondaggi) ci vuole coraggio per dire che si voterà sì. Ci vuole coraggio perché l'opinione pubblica è schierata e perché mentre il fronte del no è trasversale, quello del sì è particolarmente limitato. Insomma, dire che si voterà no fa figo. Dire che si voterà sì ti fa passare immediatamente per servo del padrone a caccia di chissà quali poltrone.

Quanto accade con Benigni (che io, a dir la verità, non ho mai amato particolarmente) è emblematico. Tutti quelli che a parole vogliono difendere libertà e democrazia, si affrettano a dare del venduto a chi, semplicemente, non la pensa come loro. Come se Roberto Benigni, dieci lauree honoris causa, medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte, cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, candidato al premio nobel per la letteratura nel 2007, premio oscar come miglior attore nel 2009, ascolti record per ogni serata televisiva, avesse bisogno della raccomandazione di Renzi, premier un po' scalcinato e da ormai diverso tempo in estrema difficoltà nei sondaggi ed in piena crisi di popolarità. Ma per favore. 

Se davvero si vogliono difendere libertà d'espressione e Costituzione, dovremmo tutti iniziare a rispettare chi non la pensa come noi. Senza per forza fare dietrologia. Il rispetto dell'altrui opinione è la prima regola che dovrebbe osservare chi si batte per la democrazia. Diretta e non. 

Roberto Arduini

Radio Cusano Campus
 

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roberto benigni





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