Nel Libro nero del coronavirus, scritto da Andrea Indini e Giuseppe De Lorenzo, edito da Giubilei Regnani ed arrivato già alla prima ristampa, è riportato per intero l'incredibile rapporto scritto dai delegati dell'Oms dopo essere stati in Cina a metà febbraio 2020. Per nove giorni, scrive Il Giornale.it l'Organizzazione raccoglie un’infinità di dati sguinzagliando due team nel Guangdong e nel Sichuan per vederci chiaro su quanto sta realmente accadendo. Purtroppo, quando il 24 febbraio la squadra capitanata da Bruce Aylward e Waniang Liang pubblica il Report of the Who–China joint mission on coronavirus disease 2019 (Covid-19), il risultato è di un'opacità tale da lasciare senza parole e da destare più di un sospetto. Sospetti che Cipolla richiama nei suoi esposti: come la rapidità con cui Tedros a gennaio rassicura sulla inesistente "trasmissione tra gli umani", i suoi incontri con Xi Jinping, gli elogi a Pechino, il ritardo nel dichiarare la pandemia globale, le linee guida sui casi sospetti da tamponare, la posizione sugli asintomatici che non infettano (poi smentita dall'evidenza), le giravolte sui test di massa, il consiglio a non indossare mascherine se non si hanno sintomi e via dicendo. "L'iniziativa volta all’accertamento di eventuali responsabilità penali da parte dei vertici dell’Oms - dice l'avvocato Cipolla che ha depositato una serie di esposti in diverse procure italiane - va nella direzione della salvaguardia degli interessi generali dell’Italia e, indirettamente, di tutti i Paesi del Mondo che hanno sofferto la pandemia". Nel chiedere di cercare la verità su quanto successo, Cipolla è convinto che presto contro l'Oms fioccheranno azioni di risarcimento. "Da cittadino, prima ancora che da avvocato, devo aspettarmi analoghe iniziative da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, sin dall’insediamento autoproclamatosi 'l'Avvocato del Popolo'".
Palazzi & potere
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