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Palazzi & potere
Pd, Monica Cirinnà ad Affaritaiani.it: "Non mettiamo in discussione Renzi"

Cosa deve fare il PD per ripartire dopo la batosta delle elezioni siciliane?
"Il centrosinistra in Sicilia ha perso, ma parlare di batosta non è corretto. Il Partito democratico, infatti, ha preso la stessa percentuale di voti, il 13%, che aveva nelle precedenti elezioni regionali, quindi pre-scissione di Mdp. Detto ciò è innegabile che è necessaria una profonda riflessione. Una grande forza politica, popolare e democratica, deve interrogarsi se non riesce ad intercettare tutti i voti che dovrebbe".

Secondo lei Matteo Renzi dovrebbe fare un passo di lato?
"Matteo Renzi è stato eletto segretario del Pd da un voto che ha coinvolto 2 milioni di italiani. Non credo che ciò possa essere messo in discussione. Compito del segretario, e di tutti noi dirigenti del Pd, è di gestire con lucidità e attenzione questa fase politica non felice e delicata. Il nostro partito ultimamente non si è occupato a pieno dei temi più dolorosi di questo paese: la lotta alle disuguaglianze e alle discriminazioni, alla povertà e all’isolamento dei giovani nel mondo del lavoro".

Cosa si aspetta dalla direzione del partito di lunedì prossimo?
"mi aspetto una discussione franca e aperta. Dobbiamo impegnarci, tutti insieme, per consentire al Pd di arrivare al prossimo appuntamento elettorale con una capacità attrattiva maggiore. in questi anni di governo abbiamo traghettato il Paese fuori da una pesante crisi economica, oltre ad aver realizzato importanti riforme anche sul fronte dei diritti civili e della tutela delle persone, dal "dopo di noi" alle unioni civili, dal divorzio breve alle nuove norme sull'affido. Leggi che hanno toccato direttamente e in positivo la vita di tanti cittadini. Risultati che non vanno dimenticati e sulla cui strada occorre proseguire". 

Molti sperano in Gentiloni per un centrosinistra 'largo'.
"La questione dei nomi non mi ha mai appassionato, tantomeno per contrapporre qualcuno a qualcun altro. Di certo c'è che il livello della classe dirigente espressa dal Pd per serietà e competenza non è paragonabile a quella di nessun altra forza politica. Un centrosinistra ampio e inclusivo mi sembra un'ipotesi scontata, direi naturale. Se qualcuno  ambisce a un centrosinistra "piccolo" non può che essere un emulo di Tafazzi".


Recentemente ha scritto un libro molto importante sul tema dei diritti civili: "L'Italia che non c'era" edito da Fandango. A più di un anno ormai dall'approvazione della legge, il paese sta cambiando? Cosa si potrebbe fare ancora?
"Ho voluto raccontare quello che è successo in quei due anni e mezzo in Parlamento , la lunga battaglia in commissione giustizia , ma anche ciò che è avvenuto nelle piazze e nelle famiglie in tutto il Paese. Un racconto che ho fatto senza remore, raccontando tutta la verità, i retroscena politici, le gioie e i dolori che ho affrontato in questo periodo. E' stata una legge difficile da  approvare, in particolare dopo l'ignobile tradimento M5S che pensava di lucrare su un nostro fallimento. Solo la determinazione del Pd e il coraggio di Matteo Renzi, che ha posto la questione di fiducia, hanno consentito di raggiungere questo risultato storico".


Lei è stata la 'madrina' dei diritti civili in Italia: quali saranno le sue prossime battaglie?
"La strada dei diritti civili è lunga. Il prossimo Parlamento, me lo auguro, dovrà affrontare temi cruciali come il fine vita, il matrimonio egualitario, la riforma delle adozioni, la legge sull'omofobia, il riconoscimento della genitorialità alla nascita. Per fare questo è necessario che i cittadini scelgano quei parlamentari che dichiarano un impegno preciso in questa direzione. Non penso che gli italiani vogliano tornare indietro".

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