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Palazzi & potere
Pd, Renzi, Berlusconi, Grillo, Casaleggio: Goffredo Bettini a tutto campo

Cosa dovrebbe fare il Pd per uscire dal 'vicolo cieco' in cui lo ha cacciato la politica renziana? Subito dopo le elezioni amministrative l'europarlamentare Dem Goffredo Bettini dice la sua ad Affaritaliani.it sulla performance dei Dem alle urne. "Il Pd è disorientato; ed anche Renzi mi pare in grande difficoltà. Ma parlare di "vicolo cieco" è troppo pessimista e scoraggiante. Il Pd rimane la più grande forza politica del Paese. Ha fatto molti errori. Vanno corretti. E poi ricordo che nell'ultimo voto amministrativo la destra si riprende, Grillo crolla, ma il Pd indietreggia tenendo nel complesso le posizioni. Ora è il tempo di correggere, non di recriminare".

In cosa sbaglia Renzi?
"Renzi ha vinto nettamente il Congresso e subito dopo ha imboccato una linea avventurosa. L'abbandono del maggioritario per uno schema proporzionale. L'alleanza con Berlusconi, Grillo e Salvini sulla legge elettorale. La prospettiva inevitabile, a queste condizioni, di una alleanza futura con Berlusconi. La scommessa di vincere in solitudine, rompendo ogni rapporto a sinistra. Tutto questo è franato in pochi giorni. Ripeto: è il momento di correggere, dando un netto colpo di timone".

Come ripartire ora? C'è spazio e futuro politico per un rinnovato centrosinistra in Italia?
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Lo spazio politico per il centrosinistra è potenzialmente molto grande. Ma il centrosinistra si costruisce se i partiti (anche quelli più piccoli) smettono di ragionare per interessi egoistici e particolari. Lo dico da anni: occorre un campo unitario, dai moderati democratici alla sinistra più radicale che sappia mischiarsi e convivere, fondando il confronto e la decisione sulla partecipazione e la deliberazione delle singole persone nell'esercizio della loro responsabilità personale. Se non si farà questo, saranno sempre i litigiosi e interessati rapporti di vertice a comandare. E tutto sfiorisce in poco tempo. Negli anni passati non si è fatto nulla in questa direzione. Ora, almeno, ricominciamo a mettere in campo il dialogo, l'ascolto, la reciproca collaborazione. Nelle città abbiamo vinto dove più grande è stata questa unità sostanziale e partecipata, piuttosto che l'alleanza delle sigle politiche. Insisto: lo spazio c'è. La ventata grillina è stata attenuata dalle pessime prove dei 5 stelle nei governi locali, e la destra non ha trovato ancora la quadra".

Quali dovrebbero essere le priorità politiche e programmatiche?
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Si possono elencare tanti temi. Eppure ce n'è uno che li riassume tutti: una iniziativa netta per una maggiore giustizia sociale. La globalizzazione, in Occidente, ha spinto processi di ulteriore divaricazione tra chi ha troppo e chi non ha nulla. La forbice va ridotta. Ormai lo dicono anche gli economisti e sociologi più moderati che questa è una necessità vitale per tutti e per una possibile ripresa della crescita. L'austerità è stata la madre di tutte le disgrazie e ha prodotto immani sofferenze umane. La sinistra, dunque, è attualissima; va praticata".

E quale rapporto dovrebbe avere un rinnovato centrosinistra con l'Europa?
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Il centrosinistra è per definizione europeista. Rilanciare l'Europa significa però: più democrazia, più peso di rappresentanza dei cittadini, più investimenti e politiche sociali, più integrazione in ogni campo, a partire da una difesa comune europea. Vede: io sono contento che Macron abbia, al secondo turno, vinto contro la Le Pen. Ma dubito che per cambiare l'Europa nel senso giusto sia sufficiente l'asse tra la Francia e la Merkel".

Quale legge elettorale servirebbe al Paese?
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Una legge elettorale che spinga alle alleanze, con un premio alla coalizione. Con uno sbarramento del 5% e una possibilità degli elettori di scegliere i candidati con i collegi. Questo servirebbe. Poi, siccome la legge si fa insieme ad altri, occorrono anche dei compromessi. Ma senza accettare stravolgimenti (come il Pd ha tentato di fare) che cambiano le stesse ragioni che ci hanno originato. Come hanno ricordato sia Prodi che Veltroni".

Qual è sua idea su quanto accaduto nei giorni scorsi in Parlamento riguardo la legge elettorale?
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In Parlamento c'è stato il naturale fallimento di un accordo pasticciato, dove ognuno pensava di essere più furbo dell'altro e di trarre solo vantaggi di partito. Al primo scoglio, "l'armata" si è incagliata ed è naufragata. Detto questo, non possiamo fare adesso l'errore opposto. Rinunciando, cioè, ad ogni tentativo di approvare un testo migliore del vigente Consultellum; che, con ogni probabilità, ci consegnerebbe anni di instabilità".

Come mai tanta fretta da parte di Renzi di andare alle urne? Pensava veramente di vincere le elezioni oppure le ragioni sono altre?
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C'è una esigenza politica. La destra non si è ancora riorganizzata e Grillo paga il disastro di Roma. Inoltre il segretario del Pd vuole realizzare la manovra economico-finanziaria con un governo legittimato; ora, a fine legislatura, rischierebbe di pagare prezzi elettorali salati intestandosi scelte comunque difficili. Anche se il ministro Padoan ha detto parole rassicuranti, escludendo una legge di bilancio "lacrime e sangue". Infine, c'è un dato psicologico. Renzi ha vinto il congresso; soffre a non stare a Palazzo Chigi, anche se Gentiloni è stato fin troppo signore. Comunque forzare per le elezioni lo ritengo un errore".

Un'opinione su Grillo e Casaleggio
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Grillo e Casaleggio, hanno interpretato in chiave demagogica (non uso volentieri il termine "populista", troppo ambiguo e polivalente) un senso di abbandono, di marginalità, di sofferenza di tanti italiani, soprattutto giovani. Secondo me, le sue pratiche, il suo linguaggio, la "violenza" di alcune posizioni, non hanno dato un contributo alla crescita civile del Paese. Detto questo: Grillo ha fermato uno spostamento di opinione verso una nuova destra pericolosa, che in Italia poteva avvenire. Ha come congelato, su una posizione confusa, contraddittoria ma non eversiva, una parte dell'elettorato. Dando tempo, in questi anni, alla sinistra di riorganizzarsi. Tempo che la sinistra ha sprecato. Ora, come ho detto, è tutto più difficile, ma non dispero. L'importante è essere più lesti rispetto alla destra che sta rimettendo fuori la testa; come si è visto nel voto amministrativo".

Berlusconi politicamente è finito?
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Non mi pare proprio. Nel campo a me avverso, Berlusconi è il solo, vero e grande talento politico. È coriaceo; combatte e si muove con sagacia tattica straordinaria. Dietro ha la fortuna di avere Gianni Letta, che corregge i suoi errori e illumina le mosse vincenti. Il fallimento dell'accordo sulla legge elettorale mette in difficoltà il Cavaliere. Ma egli non mi pare affatto finito. Per noi rimane sempre il più insidioso".

Caso Unicredit/Etruria: sono passate diverse settimana ormai dalla pubblicazione del libro di De Bortoli: che idea si è fatto della vicenda? La Boschi si doveva dimettere?
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Non si doveva dimettere. Sono i tribunali che decidono sui comportamenti illegittimi. Non le conversazioni, le indiscrezioni, le ipotesi dei giornali e dei libri. In questo caso la Boschi la sento più una vittima che non una arrogante donna di potere che intende rimanere a tutti i costi al suo posto. Semmai, se proprio devo fare una annotazione critica sul piano politico, osservo che dopo aver perso il referendum, poteva evitare di pretendere un immediato rientro al governo, che penso abbia creato un certo imbarazzo a Gentiloni".

A proposito di Consip: c'è chi pensa che possa addirittura esserci stata una 'manovra' per azzoppare Renzi. Si è parlato senza mezzi termini di attacco alla democrazia. Lei che ne pensa? Nel frattempo si allarga l'indagine sulla fuga di notizie...
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L'Italia è la patria delle manovre e degli intrighi. Quasi tutti agiscono dietro delle maschere, come ci hanno spiegato Machiavelli e Guicciardini. Tuttavia, parlare di attacco alla democrazia mi pare voler inflazionare un allarme che va lanciato in occasioni più tragiche e pericolose. Le BR, le trame nere, la mafia, le uccisioni dei magistrati e di tanti innocenti, il delitto Moro sono stati attacchi alla democrazia. E sono stati respinti con una mobilitazione democratica, di massa e nazionale. I depistaggi sulle vicende delle banche rientrano nel quadro di alcune patologie gravi nel funzionamento degli apparati dello Stato, della magistratura e dell'informazione. Comunque, che si sia tentato in questa occasione di dare un colpo a Renzi è chiaro come il sole".

Lei ha votato Orlando al congresso. Si è pentito?
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Al contrario. Lo rivoterei mille volte ancora. Orlando si sta muovendo molto bene: è propositivo; unitario; fermo nei contenuti. Non fa sabotaggio, lavora per il Pd e tiene aperta una strada alternativa a quella di Renzi che, come ho detto tante volte, sarà utile per tutti nel futuro che ci attende. Lo stiamo vedendo già in queste ore. Gli do una mano per quello che posso. Sono sempre a Bruxelles; e la mia generazione ha dato già quello che poteva dare. Ora, decisivo è che l'area Orlando cresca in modo aperto e libero nei territori. Non ha idea quante forze attendono di mettersi in moto: non per eseguire ordini, ma per diventare protagoniste di una sinistra che rifiuta gli schemi del passato e interpreta i nuovi conflitti e le nuove sofferenze della nostra difficile modernità".

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