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Palazzi & potere

Pd, Renzi dà il via alle epurazioni

Gentiloni e gli altri big del Pd sotto schiaffo per i loro seggi. Renzi minaccia premier e ministri di non ricandidarli per le troppe legislature

Lo statuto del Pd si trasforma in un' arma letale nelle mani di Matteo Renzi per «normalizzare» il partito e ricattare il premier Paolo Gentiloni. Le primarie del 30 aprile, scrive il Giornale, hanno consegnato al rottamatore fiorentino il controllo assoluto dei democratici. Una condizione ideale per il neosegretario dei dem che potrà mettere in atto la fase due del piano: spazzare via gli avversari interni e portare il Paese al voto. L' assist per l' ex sindaco di Firenze arriva dallo Statuto dei democratici. L' articolo 21 fissa un limite di tre legislature per deputati e senatori. Se si considera che i renziani sono tutti alla prima esperienza parlamentare (Renzi non è mai stato eletto in Parlamento) il gioco è fatto: Renzi da segretario in carica potrà cancellare quel che resta del dissenso interno al Partito, applicando semplicemente lo Statuto.
Il primo della lista potrebbe essere Gentiloni: il presidente del Consiglio, se rifiuterà di appoggiare la corsa di Renzi verso il voto andando allo scontro, rischierà di dire addio anche alla sedia in Parlamento.

Un' altra vittima del ricatto renziano, continua il Giornale, è il ministro della Giustizia Andrea Orlando, sfidante (sconfitto) dall' ex premier alle ultime primarie: il ministro (alla terza legislatura) ha varcato per la prima volta la porta della Camera dei Deputati nel 2006. Il Guardasigilli che promette ferro e fuoco nel Pd sarà costretto a «elemosinare» una deroga per non abbandonare lo scranno a Montecitorio. Mentre gli orlandiani Vannino Chiti, Ugo Sposetti e Cesare difficilmente riusciranno ad evitare l' epurazione renziana. Nessuno dei tre ha più i requisiti per essere ricandidati nelle liste del Pd alle prossime elezioni politiche. Il limite delle tre legislature serve a Renzi non solo per soffocare gli avversari ma anche per regolare i conti con una parte della maggioranza che l' ha sostenuto alle primarie. Il riferimento è al ministro Franceschini che come Gentiloni siede in Parlamento da quattro legislature: senza deroga renziana, addio alla poltrona parlamentare. Stessa sorte potrebbe toccare ai franceschiniani Roberta Pinotti, il ministro della Difesa è alla quarta legislatura, Giuseppe Fioroni ed Ermete Realacci: tutti in cerca di una deroga. Che difficilmente arriverà.