Pensioni, Inps: il Pd vuole scaricare Boeri, in arrivo il blitz
Pensioni, Inps: pronto un emendamento che ripristina il cda e impone nuovi vertici entro sei mesi
Fine dell' uomo solo al comando dell' Inps. L'era del governo monocratico dell' Istituto di previdenza italiano ha le ore contate. Il Pd è pronto a depositare un emendamento alla legge di Bilancio, martedì prossimo alla Camera, che riforma la governance dell' ente. Si ripristina così, scrive Repubblica, il consiglio di amministrazione, quattro membri più il presidente. Si riducono i rappresentanti delle parti sociali - sindacati e imprese - nel Civ, il Consiglio di indirizzo e vigilanza, da 22 a 14.
Nasce un comitato scientifico per dotare l' Inps di un suo centro di ricerca. Ma soprattutto si danno sei mesi di tempo a governo e Parlamento per procedere alle nuove nomine. Costo annuo: 700 mila euro.
Un cambio inaspettato sul finire di legislatura. Che dunque mette in bilico la poltrona di Tito Boeri, il bocconiano alla guida dell' Inps dal 16 febbraio 2015, a un anno abbondante dalla scadenza naturale del suo incarico, votato dal governo Renzi nel Consiglio dei ministri del 24 dicembre 2014. Si chiuderebbe così una vicenda non sempre lineare, con il professore spesso sulle barricate contro i sindacati per la sua riforma interna e la proposta di tagliare alcuni loro vecchi privilegi previdenziali. Contro le pensioni d' oro, i vitalizi dei parlamentari, le regole super vantaggiose godute da nicchie di professionisti.