Palazzi & potere
POTERI FORTI E POTERI FORTINI: CHI LA SPUNTERA'?

Credo sia impossibile capire qualcosa del (non) funzionamento del nostro paese se non si allarga l’area dei soggetti che sono considerati poteri. Si tratta dei soggetti che influenzano-condizionano, chi di più chi di meno, le decisioni che vengono prese o non prese e che contribuiscono a formare, chi di più chi di meno, la cultura dominante o, come dice qualche politologo, il discorso pubblico in Italia.
I poteri sono infatti molti di più di quelli ai quali normalmente si pensa quando si parla, e straparla spesso a vanvera, di poteri forti. E quindi propongo di introdurre la categoria dei poteri fortini.
Diciamo allora che accanto al potere per antonomasia, che è quello politico, esistono:
I poteri tradizionalmente considerati forti o quasi forti:
La finanza e le banche (direi da un po’ il più forte di tutti, uscito trionfante da tre decenni di regolamento di conti tra capitale e lavoro), la grande imprenditoria e il grande management dell’industria e dei servizi, l’alta burocrazia, le grandi professioni, i mass media più potenti; e poi magari la chiesa, la massoneria e simili; e per certi aspetti i vertici delle forze armate, la magistratura.
E i poteri appunto fortini:
L’articolato complesso della cultura anti industriale o più complessivamente anti business. Indicativamente: tarda sinistra radicale, no global, comitati di cittadini, amministratori locali alla testa di cortei contro opere pubbliche, intellettuali sognatori di un passato agreste e felice, quelli che “il petrolio lo estraggano gli altri, noi vogliamo solo fare il pieno” etc.
Un certo ambientalismo per cui la crescita del paese deve basarsi solo sull’artigianato, il biologico e il turismo, per carità non quello orrido di massa, ma quello che degusta eccellenze dop.
I sindacati ormai immalinconiti, che non avendo voluto capire quasi nulla di quello che stava succedendo e non avendo da dire quasi più nulla di sensato sui rapporti di lavoro, dichiarano cose del tipo: “Nella finanziaria manca una visione strategica del paese” e “Si chiudano le fabbriche che inquinano ma non si perdano posti di lavoro”.
Star e starlette del giornalismo televisivo e non solo.
Il “popolo della rete” e i media di ogni ordine e grado che ne amplificano le imprese per cercare di restare a galla.
I mille “particulari” nei quali il paese si avvinghia sempre più, in grado di bloccare qualsiasi cosa ritengano leda i loro micro o macro interessi.
Differenza: mentre i poteri forti fanno pressione perchè le cose si facciano in un certo modo (spesso o quasi sempre a loro vantaggio), i poteri fortini fanno pressione perché le cose non si facciano. Questi poteri fortini in qualche caso non sono forti in sé, ma combinandosi e dando luogo a un sistema di ritualità e di banalizzazione della discussione e del linguaggio, di paure di perdere consensi, di spirito gregario e di molta ignoranza riescono a giocare un ruolo di interdizione questo si fortissimo nel paese e a ingessarlo. Talvolta anche più condizionante delle stanze ovattate dove si annidano e si riuniscono i poteri forti e riservati, se non addirittura segreti, di prima fascia.
Di Angelo Baiocchi
*manager della comunicazione, docente di marketing e di storia delle dottrine politiche