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Quorum: a pensar bene non si fa peccato ma ci si azzecca quasi sempre?
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Nonostante il mancato raggiungimento del quorum (affluenza: 31,19% - dati ufficiali Ministero dell’Interno), il referendum sulle trivelle della scorsa domenica è ancora centrale sia nella mente degli italiani che nell’attenzione dei media.
Tanto è vero che questo evento occupa la prima posizione nella top five degli eventi che maggiormente hanno colpito la mente degli italiani.
A destare grande attenzione e ad animare le conversazioni degli italiani sono le principali posizioni prese al riguardo dai leader del Paese. In particolare, la scelta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di recarsi a votare alle 20.38, a pochi minuti dalla chiusura dei seggi. Unico precedente, nella storia italiana, è stato il caso di Francesco Cossiga, era il 9 Giugno 1991 e gli italiani erano chiamati a votare per l’abrogazione della preferenza plurima. In quel caso, il referendum riuscì a raggiungere il quorum, raggiungendo un’affluenza pari al 62,5%.
Secondo la metà degli italiani intervistati dall’ Istituto Piepoli la scelta del Presidente Mattarella sarebbe dovuta alla sua volontà di non influire o orientare la scelta degli elettori. Un’opinione che raggiunge il 63% se contiamo solo gli elettori di centrosinistra, che dimostrano così di credere nel “fair play” del Presidente sul referendum.
Viceversa, un italiano su tre ritiene che dietro la scelta del Presidente sia possibile ricondurre la scelta del Presidente a una strategia politica ben precisa, quota che raggiunge il 46% degli intervistati che si dichiarano elettori del M5S.
Tre italiani su dieci ritengono che se il Presidente Sergio Mattarella si fosse recato alle urne di mattina avrebbe influito sulla propensione degli italiani a partecipare alla chiamata referendaria. Tale influenza del Presidente sulle scelte degli elettori è ritenuta ancora maggiore dagli elettori del M5S, convinti per il 44% che un suo voto al mattino avrebbe contribuito significativamente ad aumentare l’affluenza alle urne degli italiani.
L’Istituto Piepoli, facendo un puro esercizio di ponderazione algoritmica, ipotizza che l’influenza più probabile del Presidente sull’affluenza al voto si sarebbe potuta attestare tra il 17% e il 19%.
Continuando su questo ipotetico ragionamento ex-post, due sono le domande che ci vengono in mente: alla luce di questi dati si sarebbe raggiunto il quorum se il Presidente fosse andato a votare al mattino? Il presidente è realmente consapevole della sua presa e del suo appeal sugli italiani? Se da una parte ci sono coloro che credono nella buona fede e nello spirito super partes del Presidente, dall’altra ci sono coloro che continuano a pensare a un comportamento quantomeno ambiguo: a pensar bene non si fa peccato ma ci si azzecca quasi sempre?.

Roberto Baldassari
Presidente Istituto Piepoli S.p.A.
Twitter: @BaldassariR

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