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Palazzi & potere
Rai, Anzaldi: deroghe al tetto stipendi? Spiegatelo agli italiani...
Nel giorno in cui un fuoriclasse della tv e storico volto Rai come Michele Santoro lancia l’allarme contro lo strapotere di produttori e agenti in Rai, sui cui compensi vige la massima segretezza e opacità.
 
Nel giorno in cui lo stesso Santoro parla di “falso storico” a proposito della trasmissione Rai di qualche sera fa dedicata alla mafia, durante la quale è stata ricordata la staffetta tv per Libero Grassi facendola apparire come un prodotto Fininvest e non, secondo quella che è stata la realtà, come un’idea dell’allora conduttore di Samarcanda.
 
Insomma, in un giorno in cui vengono avanzate queste denunce, il Cda della Rai decide di non rispettare una legge del parlamento e di salvare lo stipendio milionario di chi è stato autore e protagonista di quella “deformazione storica”.
 
Compensi da paperoni attribuiti senza alcun legame con ascolti e introiti, senza alcuna linea di condotta uguale per tutti, vengono così salvati dopo il sostegno di una campagna di stampa mai vista per nessuno dei tanti precari che lavorano nel servizio pubblico e mandano avanti l’azienda.
 
Chi ha preso questa decisione ha anche valutato di assumersene pienamente la responsabilità. E’ difficile, però, spiegare agli italiani che nel pubblico vige un tetto da 240mila euro valido per tutti ad eccezione di una piccola casta di conduttori, giornalisti, registi e collaboratori Rai.
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