Renzi giura vendetta ai leccac...e insiste sull'archiviazione per papà Tiziano
Il segretario dem continua ad invocare l'archiviazione per il padre
Prima del 4 dicembre tutti lo corteggiavano: «Matteo sei grande, Matteo sono con te...». Dal 5 dicembre tutti giù dal carro, una discesa così repentina e goffa che Renzi l' ha trovata persino «spassosa», tanto da consegnarla alle pagine di Vanity Fair con una definizione degna di censura: «Li ho visti i leccac... professionisti, potrei tenere un corso per riconoscerli. Non lo immaginavo. Quelli che prima ti adulavano, smettono di salutarti. Ma è un gioco, e io sto al gioco».
Tutti giù dal carro, per dirla con il segretario del Pd, è un passatempo vecchio come il mondo, soprattutto in politica, scrive il corriere della sera. Basta sfogliare le cronache italiane degli ultimi otto mesi ed ecco comparire nomi e volti dei renziani che furono. A indagare nel giro ristretto del leader dem il più temuto, ormai è cosa nota, è Dario Franceschini. Il ministro della Cultura si è smarcato, chiedendo al segretario di «cambiare rotta» per non portare contro un iceberg la nave del Pd e innescando un mezzo maremoto nel partito del governo.
"Penso che il procedimento contro mio padre sarà archiviato anche stavolta: non c’è nulla di nulla, se non il cognome che porta. Ma saranno i giudici a decidere, io intanto aspetto di sapere i nomi di chi ha falsificato le prove contro l’allora premier. Nessuno ne parla, ma a livello istituzionale questo fatto è di una gravità inaudita".