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Palazzi & potere
Renzi vuole azzoppare Gentiloni e picchia duro sul bonus bebè

Sono poche righette con 17 firme di senatori del Pd in calce e un nome lasciato cadere in mezzo al comunicato: quello di Matteo Renzi. Lo stringato testo, scrive il Manifesto, è mirabile perché contiene più indicazioni politiche, e più precise, di tutti i discorsi pronunciati dal palco della conferenza programmatica del Pd dello scorso week-end. I 17, tutti catto-dem, danno piena ragione ad Angelino Alfano e ai centristi, nonché al centrodestra.
Reclamano il rinnovo del bonus bebè. Lo fanno con toni ruvidi e ultimativi. Citano a sostegno l' ispiratore principale della nuova mossa anti -governativa del Pd: il segretario.

La sfida dei 17 senatori, non solo per il contenuto ma forse anche più per i toni aggressivi e quasi più propri di un partito d' opposizione, conferma che quella del segretario è una scelta strategica. Dettata certamente dalla convinzione, ribadita da Renzi più volte nelle ultime settimane, che solo un ritorno alla grinta rottamatrice possa rivelarsi elettoralmente vincente. Ma forse anche dall' intenzione di infliggere in anticipo qualche mazzata alla popolarità di Gentiloni che al momento supera di ben 12 punti, 39% con tro 27 nella classifica dei leader più affidabili, quella del segretario. Quando sarà il momento di far partire la lotteria di palazzo Chigi, Renzi sa perfettamente di avere all' interno del partito un solo rivale. Che miri ad azzopparlo è tutto tranne che incredibile.

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