Palazzi & potere
Turchia: che fare?
Recep Tayyip Erdogan, il "sultano", vince con il 51,22% il referendum che gli conferisce sostanzialmente potere assoluto sulla Turchia, un risultato che spacca in due il Paese e fa insorgere le opposizioni che denunciano brogli e dati falsati.
Se le percentuali saranno confermate, com'è quasi scontato, il dato di fatto è la fine dell'idea di una Turchia laica nata con Ataturk e la nascita, a tutti gli effetti, di uno stato islamico guidato da un singolo uomo che potenzialmente potrà restare al governo fino al 2029 e avrà la facoltà di nominare i vertici dell’esercito e dei servizi segreti, i rettori delle università, i dirigenti nella pubblica amministrazione e alcuni vertici di istituzioni del potere giudiziario, senza contare poi che, con la riforma, il Parlamento sara nel concreto impossibilitato nella richiesta di impeachment verso il Presidente, in questo modo l'equilibrio dei poteri risulta fortemente sbilanciato, ossia non ci sono forze (Parlamento e magistratura) in grado di regolare e in qualche modo bilanciate il potere esecutivo vero e proprio.
Un dato interessante nel voto è quello che vede diverse zone della Turchia in netta opposizione verso la riforma mentre la stragrande maggioranza nei turchi residenti all'esterno, molti dei quali in Europa, ha votato convintamente a favore, ossia si riconosce in una visione teocratica dello stato e in quell'Erdogan che ha dato vita a repressioni verso le minoranza etniche e politiche, che si rifiuta di riconoscere il genocidio armeno, che ha violato e viola ripetutamente la libertà di stampa e l'indipendenza della Corte Costituzionale turca e che, non in ultima, vorrebbe ripristinare la pena di morte; un dato che dovrebbe farci in qualche modo riflettere.
Se non altro, con l'avvento dell'assolutismo di Erdogan, tramonta (finalmente) la malsana idea di qualcuno che auspicava l'ingresso della Turchia all'interno dell'UE, resta però centrale il ruolo turco per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori e l'equilibrio della situazione medio-orientale, un ruolo che il neo sultano farà sicuramente pesare maggiormente di quanto non abbia fatto fino ad ora, l'Europa sarà in grado di non cedere a ricatti? Qualche dubbio c'è.
Giacomo Tamborini