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Palazzi & potere
Tutto il Salone (di giustizia) minuto per minuto: parla l'ambasciatore russo

Come affronta i problemi dell'immigrazione lo Stato più grande del mondo? Lo ha illustrato, durante la seconda giornata del Salone della Giustizia, Sergey Razov, ambasciatore sovietico in Italia."La Federazione Russa - ha detto - é pronta per il lavoro congiunto e per lo scambio di esperienza". Questo alla luce del fatto che l'anno scorso sono stati un milione e 800 mila i tentativi di passaggio illegale delle frontiere europee. In Italia sono arrivate 150 mila persone e quest'anno si prevede che saranno il doppio. Questo aumento dei flussi migratori é il risultato "della politica poco lungimirante di destabilizzazione e cambiamento dei regimi politici in certi paesi. Ne parliamo non per approfondire le ferite o ricordare gli errori, ma per evitarli in futuro. Ciò  significa che prima di tutto bisogna trovare una soluzione politica dei problemi che esistono in questi paesi, e intendo la Siria, la Libia e le altre zone del conflitto".
Ma cosa ha fatto la Federazione in questa direzione?" La Russia - ha detto Razov - ha stanziato un contributo di 34 milioni di dollari per la Siria tramite le strutture dell'Onu. Con l'aiuto di canali bilaterali abbiamo fornito centomila tonnellate di frumento alimentare, 620 tonnellate di commestibili, medicinali e beni di prima necessità. A questo punto i colleghi dell'Unione Europea dovrebbero pensare a revocare le sanzioni unilaterali anti-siriane che peggiorano la sopravvivenza degli sfollati di questo paese".
E al proprio interno, come si risolvo i problemi dell'immigrazione? "Oggi la Federazione Russa ospita dieci milioni di cittadini stranieri e due milioni e mezzo provengono dall'Ucraina. In 76 regioni del nostro paese sono stati istituiti punti di soggiorno con alimentazione e assistenza medica. I bambini sono stati curati e vaccinati, accolti nelle scuole e negli asili nido. I migranti ucraini ricevono aiuto giuridico per legalizzare il loro soggiorno in Russia e potersi spostare liberamente. Abbiamo un efficace sistema di vigilanza ai nostri confini per escludere la possibilità che persone senza documenti ufficiali possano penetrare nel territorio russo".
Razov ha poi sostenuto che le attuali misure dell'Unione Europea per risolvere la crisi migratoria "hanno un carattere frammentario. Le decisioni già concordate, tra cui quelle sui contributi finanziari, si realizzano in modo incompleto. Gli stati membri della UE a livello nazionale sempre di più prendono la via delle misure indipendenti, spesso unilaterali, orientati al rafforzamento della politica di migrazione, all'introduzione delle restrizioni sui confini dentro la zona Schengen, all'aumento del  controllo sul confine esterno della Unione Europea".
Infine, il tema del terrorismo. "É importante escludere la possibilità per i terroristi di entrare nei paesi dell'Europa insieme alle persone che veramente hanno bisogno di aiuto. É inammissibile - ha concluso Razov - che i rifugiati diventino l'obiettivo delle forze che rinfocolano l'odio etnico, religioso e sociale e soprattutto che i campi profughi si usino per il reclutamento e l'addestramento dei militanti".

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